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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 11:06
ANNO ZERO: LO STATO TRATTO' CON LA MAFIA


Anno zero: “lo stato trattò con la mafia”
Caricato da isolapulita. - Video notizie dal mondo.









Massimo Ciancimino, il più piccolo dei cinque figli dell'ex sindaco di Palermo condannato per mafia
+ Insulti alla Bindi, scontro premier-Pd

+ La stampa estera: "Colpo al premier"

Puntata calda di Annozero sui rapporti tra Stato e Mafia all'inizio degli anni Novanta. La trasmissione di Michele Santoro ha presentato un'inchiesta curata da Sandro Ruotolo (l'inviato che nei giorni scorsi ha ricevuto minacce di morte), nella quale è emersa una presunta trattativa tra pezzi delle istituzioni e Cosa Nostra per fermare le stragi. Trattativa della quale il giudice Paolo Borsellino sarebbe venuto a conoscenza, prima di rimanere ucciso, il 19 luglio 1992 in via D'Amelio. Lo rivela l'ex ministro di Grazia e Giustizia, Claudio Martelli... La fonte sarebbe stato l'allora direttore degli Affari penali del ministero, Liliana Ferraro, principale collaboratrice di Giovanni Falcone, informata dal capitano del Ros, Giuseppe Di Donno.




"Lo Stato trattò con la mafia"




Martelli da Santoro: mi dissero che Ciancimino voleva collaborare

 

MARIA GRAZIA BRUZZONE

 

ROMA
E’ partita con un battibecco duro fra Di Pietro e Ghedini, la nuova puntata di Annozero. Mentre il conduttore Michele Santoro ha detto di «rimpiangere anche i tempi dell’editto bulgaro». Il leader di Idv esordisce dando del «delinquente» a Berlusconi, l’avvocato deputato lo interrompe e ribatte. Di Pietro: «Ma questo si è fatto uno spinello». E Ghedini: «Forse se li fanno li amici suoi».

C’era molta attesa per questo Annozero dedicata al rapporto tra mafia e istituzioni. Ospite in studio anche Massimo Ciancimino, il minore dei cinque figli di Vito, il sindaco del sacco di Palermo definito da Buscetta organico alla cosca dei corleonesi. Ciancimino jr, già condannato in primo grado per riciclaggio, è anche teste d’accusa in inchieste delicatissime condotte dai magistrati di Palermo e Caltanissetta per la storia del «papello», il documento che proverebbe trattative fra mafia e politica nel ‘92, a cavallo tra le stragi di Falcone e Borsellino.

Intervistato l’allora Guardasigilli Claudio Martelli conferma che trattativa ci fu. Racconta che Liliana Ferraro, direttore degli Affari penali del ministero e prima collaboratrice di Falcone, gli aveva comunicato di aver ricevuto una visita dell’allora capitano De Donno, che l’aveva informata che Ciancimino voleva collaborare ma chiedeva in cambio garanzie e coperture politiche. E lei lo aveva fatto sapere anche a Borsellino. Agnese Borsellino, dopo 17 anni, rompe il silenzio e si appella ai pentiti: «Chiedo in ginocchio di far luce sui mandanti della strage annunziata».

C’era attesa ma soprattutto preoccupazione in Rai e nei palazzi, tanto che in giornata si era sparsa voce di telefonate dei collaboratori del premier al dg Masi, e uno degli esiti è forse la sostituzione come ospite dell’ex ministro Castelli con Ghedini, visto che si parlava anche del lodo Alfano. La prima puntata di Annozero con la escort D’Addario aveva fatto inviperire Berlusconi e indotto il ministro Scajola a convocare i vertici Rai e ad aprire un’istruttoria per verificare il rispetto del contratto di servizio. Una doppia iniziativa che ha allarmato l’opposizione, che ha parlato di «invasione di campo senza precedenti su competenze che sono del Parlamento e dell’Agcom. Ieri l’incontro di Scajola con Masi e il presidente Garimberti, «per acquisire informazioni sulla programmazione, in particolare sulle trasmissioni giornalistiche di approfondimento».

Il governo avrebbe intenzione di utilizzare il rinnovo del contratto fra Rai e Stato per ritagliarsi un ruolo di controllo più stringente e formale, ma Garimberti mette le mani avanti e ribadisce che, «nel rispetto delle normative vigenti la Rai resta un’azienda autonoma dal punto di vista editoriale e organizzativo». E l’Usigrai avvisa: «No alla sudditanza al governo su singole trasmissioni, o sarà sciopero». Contratto di servizio, Annozero ma anche Tg1, diventato un «caso» dopo l’editoriale del direttore Minzolini. Il cda si è diviso, la maggioranza schierata col dg a difesa di Minzolini e del suo Tg, che i colleghi di opposizione considerano «ormai trasformato da tg istituzionale in organo filogovernativo». Il cda sentirà giovedì Minzolini e Mazza, direttore di RaiUno, poi toccherà al vicedirettore Leone che segue per la Rai il rinnovo del contratto di servizio.


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200910articoli/48067girata.asp

Borsellino sapeva della trattativa. Ruotolo convocato dai magistrati di Palermo

di Anna Petrozzi - 9 ottobre 2009
Un altro colpo di scena, un altro improvviso lampo di memoria getta un po’ di luce sul mistero delle stragi del ’92 e ’93. VIDEO E CORRELATI ALL'INTERNO!


 





Ieri sera ad Anno Zero è stato addirittura Claudio Martelli, Ministro di Grazia e Giustizia di quell’epoca, a fare la rivelazione delle rivelazioni: Paolo Borsellino sapeva della “Trattativa”, dell’ormai famoso dialogo tra Stato e Mafia avvenuto proprio a cavallo delle stragi.
Secondo la testimonianza dell’ex ministro, andata in onda solo in forma di intervista però, il capitano De Donno si era recato dall’allora direttore degli affari penali, Liliana Ferraro, strettissima collaboratrice di Falcone, per spiegarle che Vito Ciancimino sarebbe stato disposto a passare dalla parte dello Stato a patto di avere copertura politica. La Ferraro “molto opportunamente e senza nemmeno bisogno che mi consultasse”, spiega Martelli, “gli disse di rivolgersi prima di tutto al magistrato competente, cioè Paolo Borsellino.
Questo dialogo, spiega in collegamento da Palermo Sandro Ruotolo, in questi giorni oggetto di minacce ritenute molto pericolose dalla Digos che lo sta proteggendo, sarebbe avvenuto nel trigesimo della strage di Capaci, in occasione della messa a suffragio, quindi il 23 giugno. Dopodiché, ed è questa la vera novità, Liliana Ferraro ne avrebbe parlato direttamente a Paolo Borsellino.
Tutta questa sequenza di eventi sarebbe stata confermata dall’interessata a Martelli che se ne è fatto garante, telefonicamente, presso Ruotolo.
Da qui sorgono spontanee almeno due domande: la prima, la più ovvia, è perché due “amici” di Giovanni Falcone, come sono stati sempre pubblicamente considerati, Liliana Ferraro e lo stesso Martelli decidono di parlare solo ora.
La seconda è se De Donno, che incontra Borsellino con Mori due giorni dopo la suddetta conversazione, il 25 giugno 1992, nella caserma Carini di Palermo, ne abbia parlato con il giudice così come gli disse la Ferraro.
Difficile se non impossibile pensare che Borsellino, se fosse già stato informato dei dialoghi tra Ciancimino e De Donno non gliene avrebbe chiesto conto immediatamente in quella riunione che a detta dell’allora colonnello Mori sarebbe stata super riservata. Se così fosse Mori e De Donno non solo non avrebbero mai riferito questa circostanza, ma avrebbero mentito dicendo che in quell’occasione parlarono solo di mafia e appalti.
Un elemento di indagine importantissimo quindi per i magistrati di Palermo che proprio sulla trattativa stanno lavorando da tempo. Il procuratore aggiunto Antonio Ingroia intanto ha convocato d’urgenza Ruotolo per fare chiarezza e vorrà ovviamente sentire anche gli interessati. Se la Ferraro e Martelli dovessero confermare a verbale si potrebbe ampliare ulteriormente quello scenario già all’esame della Corte presieduta da Mario Fontana che sta processando il generale Mori e il colonnello Mauro Obinu per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.
Secondo l’accusa sarebbe esistito un patto tra Provenzano e alcuni referenti politici per ristabilire l’eterno equilibrio tra Cosa Nostra e Stato, interrotto definitivamente con le condanne all’ergastolo sancite dal Maxi processo e dalla caduta rovinosa della Dc e del vecchio sistema partitico con mani pulite. All’interno di questo accordo ci sarebbe stata la consegna di Riina, la mancata e mai sufficientemente spiegata perquisizione del suo covo, la mancata cattura di Provenzano a Mezzojuso nel 95 e tutta una serie di eventi che hanno ristabilito con gli anni la pax tra Stato e Mafia diventata oggi la maggior “azienda” del Paese garantita e agevolata da leggi che ne reprimono principalmente la sfera militare.
Per raggiungere questo obiettivo, aveva più volte detto Provenzano ai suoi, c’era da pazientare una decina d’anni e soprattutto era stato necessario eliminare alcuni ostacoli, tra cui Paolo Borsellino e creare il necessario clima di instabilità politica e istituzionale, quindi anche le stragi del ’93.
Certo, trovare preciso riscontro processuale a tutto questo diabolico progetto è tutt’altro che semplice ed è diventato un carico enorme sulle spalle di pochi magistrati e forze dell’ordine. Proprio tra ieri e l’altro ieri si sono svolte due udienze del dibattimento in questione in cui ha deposto il collaboratore di giustizia Antonino Giuffré, l’ultimo dei pentiti ad avere avuto stretta relazione con Provenzano dopo la cattura di Riina.
Soppesando ogni singola parola l’ex capo mandamento di Caccamo ha spiegato che la priorità per Provenzano era quella di trovare la soluzione ai loro problemi più gravi, accentuatisi con la politica irruenta e di attacco allo Stato voluta da Riina e dalla quale il Provenzano aveva cominciato a dubitare, fin dalla decisione di votare il Psi, proprio di Martelli, al posto della Dc nel ‘87.
I problemi sono quelli ormai noti dell’ergastolo e quindi della possibile revisione dei processi, i benefici carcerari anche per i mafiosi, il sequestro dei beni, la neutralizzazione dei collaboratori di giustizia contenuti anche nel famoso “papello” consegnato da Riina a interlocutori politici per il tramite di Vito Ciancimino.
Giuffré, senza una parola di troppo, riferisce semplicemente che mentre la fazione di Bagarella e Brusca continuava a mettere a ferro e fuoco il Paese con le “bombe del continente” (Firenze, Milano e Roma) Provenzano lavorava alla “sommersione”, cioè a non fare eccessivo rumore per poter ritornare ai vecchi tempi della coabitazione con lo Stato e del grande business.
Ad un certo punto tra il ‘93 e il ‘94 aveva rassicurato i suoi più intimi di avere le garanzie necessarie e che occorreva prodigarsi per sostenere la nuova forza politica: Forza Italia.
A fare da tramite per questo rinnovato accordo: Marcello Dell’Utri.
La stessa ricostruzione l’ha fornita ieri sera Massimo Ciancimino ad Anno zero ribadendo quanto già riferito ai magistrati.
Ad un certo punto – ha raccontato - suo padre, don Vito, si era sentito scavalcato. Aveva capito di essere stato utile alla cattura di Riina e quindi alla causa della nuova trattativa che avrebbe riportato la pace tra stato e mafia, ma che ormai la sua funzione era finita.
Un po’ dispiaciuto aveva però finito con condividere la scelta di Provenzano di proseguire nei suoi negoziati con un uomo nuovo in grado di fargli da agente presso la nuova politica: Marcello Dell’Utri.
Anche le dichiarazioni di Massimo Ciancimino sono all’attento vaglio degli inquirenti che lo sentiranno presto a processo, nel frattempo però a deporre il prossimo 20 ottobre sarà invece suo fratello.
Giovanni Ciancimino, avvocato, era rimasto finora al di fuori da tutte le delicate faccende relative al padre. Tuttavia, chiamato dai magistrati, ha confermato di essere a conoscenza della trattativa e del ruolo svolto in questo passaggio dal genitore.
Assieme a lui è stato convocato anche l’onorevole Violante che, pure lui con il lieve ritardo di 17 anni, ha rammentato di essere venuto a conoscenza di questo dialogo tra il Ros e Ciancimino. Le sue dichiarazioni tardive sembrerebbero essere su alcuni punti discordanti, sarà compito delle parti a processo tentare di rimettere in ordine questo intricato periodo storico che ha segnato indelebilmente, piaccia o meno, la storia del nostro Paese.
E’ evidente che siamo in un momento politico assai delicato in cui sembra stiano per emergere pezzi di verità sempre più inquietanti che stanno facendo sperare gli italiani onesti e i tanti famigliari delle vittime. Ieri sera la trasmissione di Santoro si è aperta con una richiesta, sempre aristocratica e composta, di Agnese Borsellino, in cui la moglie del giudice chiede a chiunque sia informato di quei fatti di dire la verità perché ormai i tempi sono maturi. Poiché solo la verità potrebbe restituire dignità al nostro Paese.
Questo compito però, ed è bene che ce lo ricordiamo tutti, non può essere delegato alla sola magistratura, un’altra volta, ma deve essere condiviso. La società civile deve essere attenta, è vero, ma ora si dovrebbero sentire anche la voce degli intellettuali, degli storici, dei grandi giornalisti. Che non si nascondessero dietro le verità processuali, ce n’è abbastanza per analizzare questa fantasmagorica omertà di stato che solo oggi sembra lievemente infrangersi. E poi teoricamente ci sarebbe la politica; se ci fosse una classe dirigente onesta e coraggiosa sarebbe arrivato il momento anche per loro di una bella autocritica. E magari di una bella pulizia.

DOSSIER TRATTATIVA REALIZZATO DA ANTIMAFIA Duemila:

La Trattativa

Vaticano ( 2 articoli ):

''... ne avete fatto una spelonca di ladri'' - Prima Parte

''... ne avete fatto una spelonca di ladri'' - Seconda Parte


Paolo Borsellino ( 14 articoli ) :


Dietro il paravento della normalizzazione
Borsellino:"Quando la mafia alternativa allo Stato"
Conferenza tenuta ad Agrigento dal Giudice Paolo Borsellino in data 10.01.1989
I giovani la mia speranza
Il volto socio economico della criminalità organizzata
Il potere, lo Stato non ha mai voluto combattere seriamente la mafia
Conversazioni sulla mafia
Mafia: il nodo politico
Il consenso della società civile per lo stato, arma contro la mafia
Droga:un mercato di migliaia di miliardi
I giorni di Giuda
Palermo, 12 dicembre 1989
Rocco Chinnici - un uomo che andava contro corrente
Riforme e indipendenza della magistratura


Giovanni Falcone ( 25 articoli ):


Cosa nostra non ha mai accettato rapporti di subalternità
Che cosa è la mafia
Professionalità coordinazione per sconfiggere Cosa Nostra
Il fenomeno mafioso: dalla consuetudine secolare all'organizzazione manageriale
S.o.s dall'agenda 2000
Tendenze attuali del fenomeno mafioso e problemi conseguenti
Il problema delle indagini bancarie
Criminalità di massa e gestione piramidale del flusso degli affari
Lezioni sui pentiti
E' Palermo l'epicentro del fenomeno mafioso
Il ruolo fondamentale del pentitismo
Falcone: siamo corporativisti e poco professionali
Cooperazione internazionale contro i traffici di droga
"Mafia, poteri extraistituzionali e Stato ostacolano la democrazia e ispirano crimini"
Falcone: l'inefficenza dello Stato ostacola la lotta alla mafia
Cosa nostra non ha mai accettato rapporti di subalternit�
Ibridi connubi tra mafia, poteri extraistituzionali e settori devianti dello Stato
Pentiti, cardine fondamentale del processo accusatorio
Impegno costante nella lotta alla mafia
Nel dramma dei pentiti
La necessaria professionalità del giudice
La mafia dall'interno
L'importanza di Leonardo Vitale
I cardini del processo accusatorio Perchè Scopelliti? Mafia i nuovi bersagli

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- Violante sentito su periodo in commissione antimafia

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- Pm Caltanissetta interrogheranno Riina

- Riina interrogato in carcere per oltre tre ore



http://www.antimafiaduemila.com/index.php?option=com_content&task=view&id=20326&Itemid=78






Intervista a Massimo Ciancimino. ''Nel papello le contro richieste della mafia''





di Pino Maniaci e Pietro Orsatti - 9 ottobre 2009
Stagioni delle stragi e trattativa tra lo Stato e i boss. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo: «Parlo con Ruotolo e dopo pochi giorni gli arrivano le minacce».
Una delle figure centrali della riapertura dei processi a Caltanissetta e Palermo sulle stragi e sulla trattativa fra Stato e Cosa nostra nei primi anni 90 è sicuramente Massimo Ciancimino, figlio di Vito, il sindaco del “sacco di Palermo”. Dopo aver deposto presso le procure di mezza Italia e dopo essere stato ritenuto credibile, almeno in parte, da molti pm, che sulle sue dichiarazioni hanno aperto nuovi fascicoli, oggi è uno dei personaggi meno facilmente interpretabili di questo rinnovato interesse per il biennio 1992-93 e la stagione delle stragi. Lo raggiungiamo telefonicamente mentre è in auto per partecipare alla puntata di “Annozero”, una partecipazione, la sua, non prevista fino all’ultimo minuto. Infatti era già stato raggiunto da Sandro Ruotolo, che aveva registrato una lunga intervista. Poi negli ultimi giorni le intimidazioni verso il giornalista.



Una delle figure centrali della riapertura dei processi a Caltanissetta e Palermo sulle stragi e sulla trattativa fra Stato e Cosa nostra nei primi anni 90 è sicuramente Massimo Ciancimino, figlio di Vito, il sindaco del “sacco di Palermo”. Dopo aver deposto presso le procure di mezza Italia e dopo essere stato
Ciancimino, lei rilascia un’intervista a Ruotolo e pochi giorni dopo il giornalista riceve minacce di morte. Solo una coincidenza?
Non sono al corrente dei dettagli della questione, ma so che la Digos sta indagando a fondo sulla vicenda. Certo è che la coincidenza c’è e fa pensare. Ma non ho dettagli e alcuna certezza. Non mi fa star sereno, però.

Dell’Utri prese il posto di suo padre come mediatore nella trattativa?
Ovviamente non posso entrare nel merito di questo perché l’argomento è al vaglio dell’autorità giudiziaria. Questa dichiarazione che lei mi sta riportando, però, è stata frutto di un’estrapolazione di qualche vostro collega. Comunque, io sto rispondendo ai magistrati anche su Marcello Dell’Utri.

Il famoso “papello”. Lo ha ancora lei? Lo ha consegnato ai magistrati?
Anche su questo argomento non posso rispondere perché si tratta di uno degli argomenti segretati. Quello che posso dire è che il papello -come a voi giornalisti piace tanto chiamare questo foglio di carta – riguardava delle contro richieste di Cosa nostra, ed era… sta nelle mie disponibilità.

Ma le trattative erano due? Una con l’area stragista, l’altra con Provenzano e la fazione della “sommersione”?
Questa è una delle più accreditate ricostruzioni giornalistiche. Io sono convinto che la trattativa fosse solo una con vari personaggi che si alternano nelle varie fasi. Si trattava di una questione di “equilibrio”.

Un giudizio su quella che fu la strategia portata avanti da Totò Riina?
Quello che penso di Totò Riina è stato anche manifestato nella mia piena disponibilità e volontà di contribuire al suo arresto. La valutazione si può sintetizzare in questo tipo di comportamento.

Riina che oggi, dopo anni, ha ripreso a parlare.
L’ultimo messaggio di Riina sicuramente è qualcosa di strano, quello che mi fa pensare è che quando parla lo fa sempre su di me. Sicuramente non è indifferente il fatto che lui riconosca pienamente il suo ruolo. “Non siamo stati noi”. Parla da capo dei capi. Riina parla poco e quando sa che deve parlare. Si esclude dall’eccidio di via D’Amelio ma non da altri fatti. Facendo quella dichiarazione riconosce un suo ruolo preciso fino a quel momento, e poi, non so se per strategia, un disconoscimento di quell’ultima fase.

La rassicura sapere che ora anche suo fratello sta parlando in sede di magistratura confermando le dichiarazioni che lei ha fatto finora?
Mi conforta che mio fratello abbia fatto questa scelta, iniziando a collaborare e dichiarando in relazione ad aspetti di questa vicenda. Anche perché, al contrario di me, lui non ha in sospeso alcun carico con la giustizia. Mio fratello, come la mia famiglia, è intervenuto con grande difficoltà e solo dopo che lo Stato si è preso carico della mia situazione. Sì, questo suo intervento mi conforta molto.

Sta dicendo che dopo mesi lei, quindi, ha una scorta? È sotto tutela?
Sì, oggi sono con una scorta. Per quello che possono fare secondo lo schema e gli ordini del ministero e degli organi di tutela.

L’ha sorpresa l’esclusione della sua deposizione al processo Dell’Utri?

Ormai non mi stupisco più di nulla.

Tratto da: orsatti.info

VISITA: telejato.it
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/20312/78/

Consegnato ai magistrati il papello di Riina





riina-toto-web0.jpgdi Redazione - 14 ottobre 2009
Palermo. Sarebbe stato consegnato da Massimo Ciancimino il famoso papello di Riina ai magistrati di Palermo. Sembrava una leggenda invece il foglio contenente le richieste che il capo di Cosa Nostra nel 1992 avanzò allo Stato in cambio della fine della strategia stragista, è ora una realtà oggettiva.
Ecco uno dei documenti consegnati insieme al Papello
Già questa mattina il procuratore aggiunto Antonio Ingroia, durante un dibattito contro la mafia organizzato dagli studenti di sinistra, al polo di scienze politiche dell'Università di Firenze, aveva accennato all’ ipotesi che presto la Procura ne sarebbe venuta in possesso. Ora finalmente il “papello” sarebbe negli uffici giudiziari di Palermo disponibile al vaglio degli inquirenti.
Se autenticato il documento tanto atteso potrebbe mettere in discussione molte delle versioni fornite dai vari soggetti che al tempo erano venuti a conoscenza della trattativa e rappresentare davvero una svolta nella ricerca della verità sulle stragi.
A parlare per primo del “papello” era stato il pentito Giovanni Brusca il 13 gennaio 1998. Interrogato nel corso del processo di Firenze sulle stragi del ’93, il pentito aveva riferito dell’esistenza di una trattativa tra il capo di Cosa Nostra e lo Stato, intavolata dopo la strage di Capaci. Fu lo stesso capo di cosa nostra ad informarlo di quel dialogo .''Si sono fatti sotto – gli disse - gli ho presentato un 'papello' di richieste lungo cosi'”. Dodici istanze che avrebbero compreso una serie di agevolazioni per cosa nostra tra cui la revisione del Maxiprocesso, l’abolizione del carcere duro per i mafiosi, la revisione della legge sulla confisca dei beni, l’annullamento della legge sui pentiti ed altri ancora. Richieste che il capo di Cosa Nostra avrebbe inoltrato alle istituzioni dopo che il capitano del Ros dei carabinieri Giuseppe De Donno e il generale Mori avevano cercato un dialogo con lui attraverso la mediazione di Vito Ciancimino. Ora resta da stabilire chi oltre ai vertici del Ros aveva garantito questa negoziazione. Le ultime dichiarazioni dell’ex Ministro Martelli e la lunga audizione della dottoressa Liliana Ferraro, nel 1992 alla direzione del Ministero degli Affari Penali, durata quattro ore proprio nella giornata di oggi forse hanno già contribuito a fare chiarezza.

LE FOTO tratte da l'Espresso



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minacce di morte a sandro ruotolo e il ritorno di piera aiello:

http://isoladellefemminedaliberare.blogspot.com/2009/10/minacce-di-morte-sandro-ruotolo_07.html
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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 11:05
Sequestrate slot machine, erano dei LO PICCOLO


GUARDIA FINANZA SEQUESTRA SLOT MACHINE 9 OTTOBRE 2009
Caricato da isolapulita. - I nuovi video di oggi.




Sequestrate slot machine, erano dei Lo Piccolo

Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza in esercizi commerciali di Isola delle Femmine, Capaci, Carini, Cinisi e Terrasini. Sequestrate 17 slot-machine, che secondo le Fiamme Gialle sarebbero intestate a prestanome dei boss palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo
I finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria e del gruppo di Palermo hanno effettuato una serie di perquisizioni in esercizi commerciali di Isola delle Femmine, Capaci, Carini, Cinisi e Terrasini e hanno sequestrato 17 slot-machines. Le "macchinette", che fruttano 100mila euro l'anno, secondo le Fiamme Gialle sarebbero intestate a prestanome dei boss palermitani Salvatore e Sandro Lo Piccolo.

L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm della Dda Francesco Del Bene e Annamaria Picozzi, nascono dall'analisi di alcuni "pizzini" trovati nel covo dei due capimafia il giorno della loro cattura. Partendo dalle indicazioni contenute nei biglietti, gli inquirenti sono riusciti a individuare le imprese presso le quali il clan aveva dislocato le slot.

I Lo Piccolo, attraverso la fittizia intestazione delle macchinette, speravano di intascarne i guadagni. Le indagini hanno, inoltre, permesso di individuare, oltre ai beni sottoposti a sequestro, i presunti prestanome.

(09 ottobre 2009)

 

http://palermo.repubblica.it/dettaglio/sequestrate-slot-machine-erano-dei-lo-piccolo/1743869


I "pizzini" non sono tutti uguali. Dalla scrittura le differenze tra buoni e cattivi

La scheda / I pizzini non sono tutti uguali

Mafia, Marcegaglia: legalità impegno delle imprese siciliane

La nave della legalità con Napolitano a Palermo

Rostagno fu ucciso dalla mafia, Virga il mandante

Mafia, 80 arresti in maxi-operazione fra Italia e Stati Uniti

Mafia, nuovi arresti. Pentito un boss di Lo Piccolo

"Dai nostri archivi"


Black-out sui conti dei mafiosi

Mafia, trovate in Usa 3 società per riciclare soldi sporchi

Dialoghi a distanza con "pizzini" tra i due big di Cosa nostra

Amato: «Arrestiamo i boss, non pensiamo ai lavavetri»

Mafia, catturati nel Palermitano i boss Lo Piccolo, eredi di Provenzano


"Dai nostri archivi"


Le fatture che inchiodano Matteo Messina Denaro e il suo cassiere

I lavori all'aeroporto di Punta Raisi nel mirino di Matteo Messina Denaro

Mafia, nuovi arresti. Pentito un boss di Lo Piccolo

Mafia: due sale bingo nel mirino degli inquirenti

Arrestato il superlatitante Bernardo Provenzano


"Dai nostri archivi"


Mafia, 80 arresti in maxi-operazione fra Italia e Stati Uniti

Dai vescovi il no a mafia e 'ndrangheta

Un pentito, la villa e poi il blitz

Mafia, catturati nel Palermitano i boss Lo Piccolo, eredi di Provenzano

Pentito clan Sarno,appoggiammo Dc


Si indaga su trattativa stato-mafia


Mafia: pm interrogheranno Martelli


Altre notizie correlate: Crimine organizzato

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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 11:04
Restituire le somme pagate indebitamente per mancata depuratore

Legge 27 febbraio 2009, n. 13


"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente"


pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 febbraio 2009





Il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha firmato il decreto di attuazione del decreto legge "Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente" convertito dalla legge n. 13/2009. Con questo provvedimento vengono stabiliti i criteri per la restituzione delle somme indebitamente versate dagli utenti per il canone di depurazione delle acque nonostante la mancanza degli impianti di depurazione o la loro inattività temporanea.

Alle restituzioni provvederanno per legge i gestori del servizio, che tra l’altro saranno tenuti a rendere disponibili agli utenti i dati relativi alla effettiva erogazione del servizio di depurazione attraverso forme di pubblicità sia on-line che all’interno della bolletta, così da garantire trasparenza nelle operazioni di restituzione e informazione costante sull’impiego degli introiti tariffari nella costruzione e nel completamento degli impianti di depurazione.


Art. 8-sexies
Disposizioni in materia di servizio idrico integrato


1. Gli oneri relativi alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli impianti di depurazione, nonche' quelli relativi ai connessi investimenti, come espressamente individuati e programmati dai piani d'ambito, costituiscono una componente vincolata della tariffa del servizio idrico integrato che concorre alla determinazione del corrispettivo dovuto dall'utente. Detta componente e' pertanto dovuta al gestore dall'utenza, nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, a decorrere dall'avvio delle procedure di affidamento delle prestazioni di progettazione o di completamento delle opere necessarie alla attivazione del servizio di depurazione, purche' alle stesse si proceda nel rispetto dei tempi programmati.


2. In attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 335 del 2008, i gestori del servizio idrico integrato provvedono anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del servizio di depurazione. Nei casi di cui al secondo periodo del comma 1, dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate. L'importo da restituire e' individuato, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, dalle rispettive Autorità d'ambito.


3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si applicano anche agli enti locali gestori in via diretta dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. In tali casi all'individuazione dell'importo da restituire provvedono i medesimi enti locali.


4. Entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, su proposta del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare stabilisce con propri decreti i criteri ed i parametri per l'attuazione, coerentemente con le previsioni dell'allegato al decreto del Ministro dei lavori pubblici, d'intesa con il Ministro dell'ambiente, 1° agosto 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 243 del 16 ottobre 1996, tenute presenti le particolari condizioni dei soggetti non allacciati che provvedono autonomamente alla depurazione dei propri scarichi e l'eventuale impatto ambientale, di quanto previsto dal comma 2, nonche' le informazioni minime che devono essere periodicamente fornite agli utenti dai singoli gestori in ordine al programma per la realizzazione, il completamento, l'adeguamento e l'attivazione degli impianti di depurazione previsto dal rispettivo Piano d'ambito, nonche' al suo grado di progressiva attuazione, e le relative forme di pubblicità, ivi inclusa l'indicazione all'interno della bolletta.


5. Nell'ambito delle informazioni fornite all'utenza devono rientrare anche quelle inerenti al consuntivo delle spese già sostenute ed al preventivo delle spese che il gestore deve ancora sostenere, a valere sulla quota di tariffa vincolata a coprire gli oneri derivanti dalle attività di cui al comma 4, nonche' all'osservanza dei tempi di realizzazione previsti.


6. Il Comitato provvede al controllo e al monitoraggio periodico del corretto adempimento degli obblighi informativi da parte del gestore, al quale, nell'ipotesi di inadempienze, si applicano, ai fini dell'osservanza delle disposizioni di cui al presente articolo, le disposizioni di cui all'articolo 152, commi 2 e 3, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.


Art. 9.
Entrata in vigore


1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

RESTITUZIONE DEI CANONI PER IMPIANTI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE INESISTENTI O NON FUNZIONANTI MINISTERO DELL'AMBIENTE - Comunicato del 29 settembre 2009 relativo al decreto di fissazione dei criteri per la restituzione delle somme indebitamente versate dagli utenti per il canone di depurazione delle acque nonostante la mancanza degli impianti di depurazione o la loro inattività temporanea (con in calce il testo del decreto).

 





09/10/2009 :: 19:8:0

Rimborso canone di depurazione, varato il decreto. Provvederanno i gestori del servizio



Movimento Difesa del Cittadino, Lega Consumatori e Federconsumatori comunicano che il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha firmato il decreto di attuazione del decreto legge "Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente" convertito dalla legge n. 13/2009.

”Con il provvedimento – spiegano le associazioni dei consumatori - di prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, vengono stabiliti i criteri per la restituzione delle somme indebitamente versate dagli utenti per il canone di depurazione delle acque, nonostante la mancanza degli impianti di depurazione o la loro inattività temporanea. Alle restituzioni provvederanno per legge i gestori del servizio, che, tra l'altro, saranno tenuti a rendere disponibili agli utenti i dati relativi alla effettiva erogazione del servizio di depurazione attraverso forme di pubblicità sia on-line che all'interno della bolletta, così da garantire trasparenza nelle operazioni di restituzione e informazione costante sull'impiego degli introiti tariffari nella costruzione e nel completamento degli impianti di depurazione. A questo punto Comuni ed Ato dovranno provvedere al più presto a comunicare agli utenti ed alle associazioni dei consumatori gli importi dovuti, nonché termini e modalità per la restituzione agli utenti”.



Sentenza 335/2008 Udienza 23/9/08 Pubblicazione in G.U. 15.10.08




LA CORTE COSTITUZIONALE


riuniti i giudizi,


1) dichiara l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche), sia nel testo originario, sia nel testo modificato dall'art. 28 della legge 31 luglio 2002, n. 179 (Disposizioni in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi»;

2) dichiara, ai sensi dell'art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale dell'art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevede che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi».

Cosí deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, l'8 ottobre 2008.

F.to:


Giovanni Maria FLICK, Presidente


Franco GALLO, Redattore


Gabriella MELATTI, Cancelliere


Depositata in Cancelleria il 10 ottobre 2008.


Il Cancelliere


F.to: MELATTI


Corte Costituzionale, Sentenza n. 335/2008, in tema di tariffa del servizio idrico integrato (quota destinata alla depurazione) - - - Preleva il Documento integrale

http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/scheda_ultimo_deposito.asp?comando=let&sez=ultimodep&nodec=335&annodec=2008&trmd=&trmm

Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche


Delibera 14 del 22 maggioo 2009

su proposta del Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare stabilisce con propri decreti i criteri ed i parametri per l'attuazione, coerentemente con le previsioni dell'allegato al decreto del Ministro dei lavori pubblici, d'intesa con il Ministro dell'ambiente, 1° agosto 1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 243 del 16 ottobre 1996, tenute presenti le particolari condizioni dei soggetti non allacciati che provvedono autonomamente alla depurazione dei propri scarichi e l'eventuale impatto ambientale, di quanto previsto dal comma 2, nonche' le informazioni minime che devono essere periodicamente fornite agli utenti dai singoli gestori in ordine al programma per la realizzazione, il completamento, l'adeguamento e l'attivazione degli impianti di depurazione previsto dal rispettivo Piano d'ambito, nonche' al suo grado di progressiva attuazione, e le relative forme di pubblicità, ivi inclusa l'indicazione all'interno della bolletta”.

 



http://www.coviri.it/contenuti/delibere/Delibera_14_05_2009.pdf





 

Delibere



2009





2008


2007


2006


2005


2004


2003


2002


2001


1995






Relazioni al Parlamento sullo stato dei servizi idrici

Rapporto sullo stato dei servizi idrici, parte della Relazione al Parlamento, anno 2009
>> Appendici al Rapporto

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2007

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2005

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2004

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2003

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2002

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2001

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 2000

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 1999

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 1998

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 1997

Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, anno 1996



Legislazione europea

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VISTA la proposta di decreto ministeriale allegata alla presente di cui costituisce parte integrante;


VISTO il parere espresso nella seduta del 22 maggio 2009;

D E L I B E R A

ART. 1 – E’ approvata la proposta di decreto ministeriale di cui alle premesse che costituisce parte integrante della presente delibera

IL PRESIDENTE Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Via cristoforo Colombo 44 00147 Roma tel 0657225244 fax 06 57225290 e mail mailto coviri.segreteria@miniambiente.it

VISTO il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e s.m.i.;


VISTO l’articolo 8-sexies, del decreto legge 30 dicembre 2008, n. 208, convertito con legge 27 febbraio 2009, n. 13;


VISTO, in particolare, il comma 4 dell’articolo 8-sexies, ai sensi del quale, “

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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 11:02
ORDINANZA N 57 13 OTTOBRE 2009 VINCOLI URBANISTICI
COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE PROVINCIA DI PALERMO

SANATORIA EDILIZIA – ABUSIVISMO CONTROLLO DEL TERRITORIO

ORDINANZA N°57 del Registro Ordinanze DEL 13 OTTOBRE 2009

Oggetto: Ordinanza di Ripristino dello stato dei luoghi a carico di Ruffino Alessandro, omissis


IL RESPONSABILE DEL III SETTORE


Visto il verbale di sopralluogo e/o consistenza protocollo n°1110/I del 08/09/09,

redatto da questo U.T.C. congiuntamente alla Polizia Municipale a carico di Ruffino Alessandro , omissis, nella qualità di proprietario di un immobile a una elevazioni fuori terra realizzato in assenza di Concessione Edilizia di cui alla Legge Regionale 71/78 e successive modifiche e integrazione;


Rilevato che l’abuso consiste in:


realizzazione di un immobile ad una elevazione fuori terra con una superficie coperta di 70.00 metri quadrati ed un volume di 248.50 metri cubi; rilevato che l’ opere risulta realizzata in:


area sottoposta a vicolo paesaggistico di cui alla Legge del 29/06/39 n°1497 e successive modifiche e integrazioni;


area sottoposta a vincolo sismico di cui alla Legge del 02/02/74 n°64 e successive modifiche e integrazioni;


area sottoposta a vincolo cimiteriale di cui all’articolo n°338 T.U.LL.S 1265/1934, articolo n°57 del regolamento n°285 del 10/09/90 e successive modifiche e integrazioni; rilevato che, alla luce di quanto su esposto si ravvisa la violazione della vigente legge urbanistica di cui all’articolo n°7 della Legge 47/85;


Visto il vigente strumento urbanistico ed il regolamento edilizio;


Visto il disposto di cui agli articoli n°2 e n°3 della Legge Regionale 37/85;


Visto il disposto degli articoli n°7 e n°10 della Legge 47/85;


Vista la Legge Regionale 04/2003;


Vista la Legge 64/74 e successive modifiche e integrazioni;


Vista la Legge 1497/39 e successive modifiche ed integrazioni;


ORDINA

A Ruffino Alessandro, omissis, LA RIMESSA IN PRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI a


propria cura e spese di quanto realizzato in assenza di Concessione Edilizia entro il termine perentorio di giorni SESSANTA dalla notifica del presente provvedimento, con l’avvertenza che, in difetto, si procederà all’applicazione delle disposizioni e delle sanzioni previste dalla Legge 47/85 e Legge Regionale 37/85 e successive modifiche e integrazioni.


DISPONE


Che copia del presente provvedimento venga notificata all’interessato e comunicata alla Procura della Repubblica presso la Pretura circondariale di Palermo, al Servizio di Igiene Pubblica, all’Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette, all’Ufficio del Genio civile, alla Soprintendenza BB.CC.AA., al Segretario Comunale, al Comando Stazione Carabinieri di Isola delle Femmine, al Comando di Polizia Municipale, al Messo Notificatore del Comune di Isola delle Femmine. Gli Agenti di P.M. sono incaricati della vigilanza e dell’esecuzione della presente ordinanza. Il presente provvedimento può essere impugnato, ai sensi della legge 06.12.1971 n°1034, avanti al Tribunale Amministrativo Regionale, entro SESSANTA giorni dalla data di notificazione dello stesso.


Il Responsabile del 3° Servizio


Arch. Giovanni Albert


Responsabile del III Settore UTC


Arch. Sandro D’Arpa








Cristiano Bevilacqua: L’urbanistica nella sua evoluzione


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/lurbanistica-nella-sua-evoluzione.htm


 


CONDONO EDILIZIO CORTE COSTITUZIONALE SENT 54/2009


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/03/condono-edilizio-corte costituzionale_04.html



MONITORAGGIO ABUSIVISMO EDILIZIO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/09/monitoraggio-abusivismo-edilizio.html


 





LICENZA EDILIZIA LA FATA MARIA ANTONIA TOIA

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/01/licenza-edilizia-la-fata-maria-antonia.html


 


LICENZA EDILIZIA POMIERO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/licenza-edilizia-pomiero-maria-grazia.html


 


LICENZA EDILIZIA BRUNO ROSARIO GRECH


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/le-dimissioni-di-marcello-cutino.html


 


LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA GAMBINO GIOVANNI


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/08/licenza-edilizia-in-sanatoria-gambino.html


 


LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA MAZZOLA ANTONINA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/09/comunicato-stampa.html


 


LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA GAMBINO GIOVANNI


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/acquario-marino-isola-delle-femmine.html



LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA VASSALLO ANTONIETTA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/licenza-edilizia-in-sanatoria-vassallo.html


 


LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA RIZZO PROVVIDENZA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/01/licenza-edilizia-in-sanatoria-rizzo.html



LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA DI LORENZO PIETRO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/07/commissione-edilizia.html



LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA RIZZO ROSALIA


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LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA DI LORENZO EMANUELE


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LICENZA EDILIZIA IN VARIANTE CARDINALE ORAZIO


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LICENZA EDILIZIA SCALICI GIUSEPPE


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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 11:01
Legge Parametri obiettivi per i comuni

 


Gazzetta Ufficiale N. 238 del 13 Ottobre 2009

MINISTERO DELL'INTERNO


DECRETO 24 settembre 2009


Individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari sulla base di appositi parametri obiettivi per il triennio 2010-2012. (09A11813)


IL MINISTRO DELL'INTERNO


Visto l'art. 242 del testo unico delle legge sull'ordinamento degli enti locali approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,
concernente l'individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari sulla base di appositi parametri obiettivi;
Considerata l'esigenza di individuare aggiornati parametri per il triennio 2010-2012 rispetto a quelli attualmente in vigore, che hanno trovato applicazione a partire dal rendiconto della gestione esercizio 1999;
Sentita la Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali nella seduta
del 30 luglio 2009;

Decreta:

1. Sono individuati, per il triennio 2010-2012, per province, comuni e comunita' montane i parametri obiettivi di cui agli allegati
A, B e C che costituiscono parte integrante del presente decreto.
2. Nel documento, approvato nella seduta del 30 luglio 2009 della Conferenza Stato-citta' ed autonomie locali, sono contenuti
definizioni e metodologia per l'applicazione dei citati parametri.
3. Il triennio di riferimento per l'applicazione dei parametri decorre dall'anno 2010 con riferimento alla data di scadenza per
l'approvazione dei documenti di bilancio, prevista ordinariamente per legge, dei quali costituiscono allegato. I parametri trovano pertanto
applicazione a partire dagli adempimenti relativi al rendiconto della gestione esercizio 2009 e al bilancio di previsione esercizio 2011.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.

Roma, 24 settembre 2009

Il Ministro : Maroni


Allegato A


PARAMETRI OBIETTIVI PER LE PROVINCE

1) Valore negativo del risultato contabile di gestione superiore in termini di valore assoluto al 2,5 per cento rispetto alle entrate correnti (a tali fini al risultato contabile si aggiunge l'avanzo di amministrazione utilizzato per le spese di investimento);
2) Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 50 per cento degli impegni della medesima spesa corrente (al netto del valore pari ai residui attivi da contributi e trasferimenti correnti dalla regione nonche' da contributi e trasferimenti della regione per funzioni delegate);
3) Volume complessivo delle spese di personale a vario titolo rapportato al volume complessivo delle entrate correnti desumibili dai titoli I, II e III superiore al 38 per cento (al netto dei contributi regionali nonche' di altri enti pubblici finalizzati a finanziare spese di personale);
4) Consistenza dei debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni superiore al 160 per cento per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione positivo e superiore al 140 per cento per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione negativo rispetto alle entrate correnti desumibili dai titoli I, II e III (fermo restando il rispetto del limite di indebitamento di cui all'art. 204 del tuoel);
5) Consistenza dei debiti fuori bilancio formatisi nel corso dell'esercizio superiore al 1 per cento rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti (l'indice si considera negativo ove tale soglia venga superata in tutti gli ultimi tre anni);
6) Eventuale esistenza al 31 dicembre di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5 per cento rispetto alle entrate correnti;
7) Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5 per cento delle spese correnti;
8) Ripiano squilibri in sede di provvedimento di salvaguardia di cui all'art. 193 del tuoel riferito allo stesso esercizio con misure di alienazione di beni patrimoniali e/o avanzo di amministrazione superiore al 5% dei valori della spesa corrente.


Allegato B

PARAMETRI OBIETTIVI PER I COMUNI

1) Valore negativo del risultato contabile di gestione superiore in termini di valore assoluto al 5 per cento rispetto alle entrate correnti (a tali fini al risultato contabile si aggiunge l'avanzo di amministrazione utilizzato per le spese di investimento);
2) Volume dei residui attivi di nuova formazione provenienti dalla gestione di competenza e relative ai titoli I e III, con l'esclusione dell'addizionale lrpef, superiori al 42 per cento dei valori di accertamento delle entrate dei medesimi titoli I e III esclusi i valori dell'addizionale lrpef;
3) Ammontare dei residui attivi di cui al titolo I e al titolo III superiore al 65 per cento (provenienti dalla gestione dei residui attivi) rapportata agli accertamenti della gestione di competenza delle entrate dei medesimi titoli I e III;
4) Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 40 per cento degli impegni della medesima spesa corrente;
5) Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5 per cento delle spese correnti;
6) Volume complessivo delle spese di personale a vario titolo rapportato al volume complessivo delle entrate correnti desumibili dai titoli I, II e III superiore al 40 per cento per i comuni inferiori a 5.000 abitanti, superiore al 39 per cento per i comuni da 5.000 a 29.999 abitanti e superiore al 38 per cento per i comuni oltre i 29.999 abitanti (al netto dei contributi regionali nonche' di altri enti pubblici finalizzati a finanziare spese di personale);
7) Consistenza dei debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni superiore al 150 per cento rispetto alle entrate correnti per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione positivo e superiore al 120 per cento per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione negativo (fermo restando il rispetto del limite di indebitamento di cui all'art. 204 del tuoel);
8) Consistenza dei debiti fuori bilancio formatisi nel corso dell'esercizio superiore all'1 per cento rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti (l'indice si considera negativo ove tale soglia venga superata in tutti gli ultimi tre anni);
9) Eventuale esistenza al 31 dicembre di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5 per cento rispetto alle entrate correnti;
10) Ripiano squilibri in sede di provvedimento di salvaguardia di cui all'art. 193 del tuoel riferito allo stesso esercizio con misure di alienazione di beni patrimoniali e/o avanzo di amministrazione superiore al 5% dei valori della spesa corrente.

Allegato C

PARAMETRI OBIETTIVI PER LE COMUNITA' MONTANE


1) Valore negativo del risultato contabile di gestione superiore in termini di valore assoluto al 5 per cento rispetto alle entrate correnti (a tali fini al risultato contabile si aggiunge l'avanzo di amministrazione utilizzato per le spese di investimento);
2) Volume dei residui passivi complessivi provenienti dal titolo I superiore al 45 per cento degli impegni della medesima spesa corrente;
3) Esistenza di procedimenti di esecuzione forzata superiore allo 0,5 per cento delle spese correnti;
4) Volume complessivo delle spese di personale rapportato al volume complessivo delle entrate correnti desumibili dai titoli I e II superiore al 45 per cento (al netto dei contributi regionali nonche' di altri enti pubblici finalizzati a finanziare spese di personale);
5) Consistenza dei debiti fuori bilancio formatisi nel corso dell'esercizio superiore al 1 per cento rispetto ai valori di accertamento delle entrate correnti ( l'indice si considera negativo ove tale soglia venga superata in tutti gli ultimi tre anni);
6) Eventuale esistenza al 31 dicembre di anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5 per cento rispetto alle entrate correnti;
7) Consistenza dei debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni superiore al 100 per cento rispetto alle entrate correnti desumibili dai titoli I e II (fermo restando il rispetto del limite di indebitamento di cui all'art. 204 del tuoel);
8) Ripiano squilibri in sede di provvedimento di salvaguardia di cui all'art. 193 del tuoel riferito allo stesso esercizio con misure di alienazione di beni patrimoniali e/o avanzo di amministrazione superiore al 5% dei valori di accertamento della spesa corrente alla fine dell'esercizio finanziario.




http://gazzette.comune.jesi.an.it/2009/238/1.htm
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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 10:58
SENTENZA VERANDA ISOLA DELLE FEMMINE

C.G.A. 5 agosto 1993, n. 291


  • Art. 20 L.R. 4/2003, liberalizzando tutta una serie di opere interne, dispone che “in deroga ad ogni altra disposizione di legge, non sono soggette a concessioni e/ o autorizzazioni, né sono considerate aumento di superficie utile o di volume, né modifica della sagoma della costruzione, la chiusura di terrazze di collegamento oppure di terrazze non superiori a metri quadrati 50 e/o la copertura di spazi interni con strutture precarie”.

  • Il quarto comma dello stesso art. 20 precisa che “Ai fini dell'applicazione dei commi 1, 2 e 3 sono da considerare strutture precarie tutte quelle realizzate in modo tale da essere suscettibili di facile rimozione”

 


http://www.lexambiente.it/article-print-5432.html




Repubblica Italiana

In nome del Popolo Italiano

Il Tribunale Amministrativo Regionale Sede di Palermo

Seconda Sezione ha pronunciato la seguente sentenza


N 945/07 Reg Sent N 18 Reg Gen

ANNO 2007

ai sensi dell’art. 9 della l. n. 205/2000


sul ricorso R.G. N. 18/07 proposto da ROMANO Nunzio, rappresentato e difeso, giusta procura a margine del ricorso, dagli avv.ti Salvatore Federico e Cristiano Bevilacqua, presso il cui studio in Palermo, via Campolo n. 92, è elettivamente domiciliato,


CONTRO


il Comune di Isola delle Femmine, in persona del Sindaco pro tempore, non costituito in giudizio,


PER L'ANNULLAMENTO


-dell’ordinanza n. 54 del 16 ottobre 2006, con la quale è stata disposta la demolizione di opere edilizie abusive.


VISTO il ricorso introduttivo del giudizio;


VISTA la domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato;


Relatore Presidente Nicolò Monteleone;


Udito all’udienza camerale del 13 marzo 2007 il difensore del ricorrente, come da verbale;


VISTI l’art. 21, decimo comma, e l’art. 26, quarto e quinto comma, della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, come rispettivamente modificati dall’art. 3 e dall’art. 9 della legge 21 luglio 2000, n. 205, che consentono al giudice amministrativo, adito in sede cautelare, di definire il giudizio con "sentenza succintamente motivata”, ove la causa sia di agevole definizione nel rito o nel merito;


CONSIDERATO che il ricorso si appalesa fondato sotto il profilo di censura dedotto con il primo motivo d’impugnazione, in quanto per le opere in questione in data 28 dicembre 2005 era stata presentata apposita istanza di autorizzazione in sanatoria ex art. 20 della legge reg.le 16 aprile 2003, n. 4 e, per costante giurisprudenza, deve ritenersi illegittima l'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive qualora il Comune non si sia previamente ed esplicitamente pronunciato sulla domanda di sanatoria presentata antecedentemente dall'interessato, quantomeno per evitare di vanificare a priori l'interesse al rilascio del titolo abilitativo in sanatoria e, pertanto, l'inconveniente consistente nel demolire un'opera, per poi consentirne la ricostruzione in base a concessione edilizia, nel caso in cui sussistano i presupposti per il suo rilascio (Cons. Stato, sez. V, 14 giugno 1994, n. 654; C.G.A. 5 agosto 1993, n. 291; T.A.R. Campania, sez. IV, 20 ottobre 2003, n. 12925, 16 maggio 2005, n. 6205; T.A.R. Sicilia, sez. III, 17 giugno 2005, n. 993, 25 novembre 2005, n. 6317, 16 maggio 2006, n. 1119);


- che, ciò stante ed assorbito quant'altro, il ricorso deve essere accolto, con conseguente annullamento del provvedimento impugnato;


- che, in relazione alla natura della controversia, si ravvisano giusti motivi per compensare tra le parti le spese del giudizio;


P.Q.M.


Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione terza, accoglie il ricorso in epigrafe indicato e, per l'effetto, annulla il provvedimento impugnato.


Spese compensate.


Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Amministrazione.


Così deciso in Palermo, nella Camera di consiglio del 13 marzo 2007, con l'intervento dei Signori Magistrati:


- Nicolò Monteleone

- Presidente - estensore

- Cosimo Di Paola

- Consigliere

- Giovanni Tulumello

- Primo Referendario

Depositato in Segreteria il 22.3.2007

Il Direttore

Maria Rosa Leanza


http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Palermo/Sezione%202/2007/200700018/Provvedimenti/PA_200700945_SE.DOC

TAR Calabria, Reggio Calabria – Sentenza 20 maggio 2009, n. 344
Ai sensi dell’art. 3, co. 1, D.l.vo 19 agosto 2005 n. 195, l'autorità pubblica deve rendere disponibile, l'informazione ambientale detenuta a chiunque ne faccia richiesta, senza che questi debba dichiarare il proprio interesse, nella specie, peraltro, manifestato e sussistente nel fatto di aver stipulato contratto di somministrazione di acqua potabile con il Comune. L’art. 2 (“Definizioni”) del medesimo D.l.vo n. 195 cit. chiarisce che per “informazione ambientale” si intende “qualsiasi informazione disponibile in forma scritta, visiva, sonora, elettronica od in qualunque altra forma materiale concernente: 1) lo stato degli elementi dell'ambiente, quali l'aria, l'atmosfera, l'acqua, il suolo, il territorio … 3) le misure, anche amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, nonché le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell'ambiente di cui ai numeri 1) e 2)”. Orbene, i controlli che il Comune deve effettuare ai sensi del D.l.vo 2 febbraio 2001 n. 31, e più esattamente degli artt. 6 e segg. (l’art. 5, citato in ricorso, si occupa, invece, dei cc.dd. valori di parametro), possono annoverarsi tra le misure amministrative che incidono sullo stato dell’acqua e sono, quindi, accessibili. 24-7-2009

Tribunale di Palermo, Sezione III Penale – Ordinanza 22 giugno 2009

Legittimazione processuale in presenza di danno ambientale - “Le Associazioni di protezione dell’ambiente, ivi comprese quelle a carattere locale non riconosciute ex art. 13 legge 8 luglio 1986, n. 349, possono intervenire nel processo e costituirsi parti civili, in quanto abbiano dato prova di continuità della loro azione, aderenza al territorio, rilevanza del loro contributo, ma soprattutto perché formazioni sociali nelle quali si svolge dinamicamente la personalità di ogni uomo, titolare del diritto umano all’ambiente”. (v. Cass. Sez. 3, n. 9837 dell’1 ottobre 1996, Locatelli).24-09-2009

TAR Calabria, Reggio Calabria – Sentenza 20 maggio 2009, n. 343

L’art. 3, co. 1, D.l.vo 19 agosto 2005 n. 195 precisa che l'autorità pubblica deve rendere disponibile l'informazione ambientale detenuta a chiunque ne faccia richiesta, senza che questi debba dichiarare il proprio interesse. Nella specie, peraltro, il richiedente - come prima riferito - ha palesato l’interesse sotteso all’acquisizione dell’informazione.01-09-2009

TAR Sicilia, Palermo, Sezione III – Sentenza 14 luglio 2009, n. 1292

Pronuncia relativa ad una controversia riguardante un provvedimento di demolizione di opere edili basato sul presupposte che le stesse fossero state realizzate su area appartenente al demanio marittimo. 10.10.2009

Consiglio di Stato, Sezione IV – Sentenza 24 marzo 2009, n. 1765

Il principio secondo cui l' art. 2 primo comma L. 19 novembre 1968 n. 1187, che ha fissato entro il limite temporale del quinquennio l'efficacia delle prescrizioni dei piani regolatori generali « nella parte in cui incidono su beni determinati ed assoggettando i beni stessi a vincoli preordinati all'espropriazione od a vincoli che comportino l'inedificabilità », si riferisce ai vincoli che producano una pressoché totale ablazione del diritto di proprietà, essendo tanto intensi da annullare o ridurre notevolmente il valore degli immobili cui si riferiscono, ivi compresa l'ipotesi di imposizione temporanea di inedificabilità fino all'entrata in vigore dei piani particolareggiati, per la cui redazione non sia fissato alcun termine finale certo.31-08-2009


TAR Puglia, Lecce, Sezione I – Sentenza 23 maggio 2009, n. 1289

Il Collegio rileva che l’obbligo giuridicamente rilevante per l’amministrazione comunale di provvedere alla integrazione del piano regolatore generale nelle parti decadute ai sensi dell’art 2 della legge 19.11.1968, n.1187 è adeguatamente soddisfatto nella fattispecie concreta, ove si è in presenza della determinazione ad avviare il complesso procedimento di pianificazione idoneo a culminare nel varo di uno strumento urbanistico generale inedito, quale può essere considerato il P.U.G. per un territorio precedentemente dotato di Piano di Fabbricazione. L’assunto è tanto più vero quando il procedimento urbanistico in questione ha già superato la fase preliminare della stesura del cd Documento preliminare e programmatico che , com’è noto, contiene le linee generali di indirizzo da impiegare nella adozione del nuovo strumento di governo del territorio.25-08-2009

http://88.57.244.243/elencoatti.php?codice_area=2&codice_categoria=1


 


 



Cristiano Bevilacqua: L'URBANISTICA NELLA SUA EVOLUZIONE
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/lurbanistica-nella-sua-evoluzione.html

MONITORAGGIO ABUSIVISMO EDILIZIO
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/09/monitoraggio-abusivismo-edilizio.html

LICENZA EDILIZIA LA FATA MARIA ANTONIA TOIA

 


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/01/licenza-edilizia-la-fata-maria-antonia.html


 




LICENZA EDILIZIA POMIERO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/licenza-edilizia-pomiero-maria-grazia.html


 




LICENZA EDILIZIA BRUNO ROSARIO GRECH


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/le-dimissioni-di-marcello-cutino.html


 




LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA GAMBINO GIOVANNI


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/08/licenza-edilizia-in-sanatoria-gambino.html


 




LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA GAMBINO GIOVANNI


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/acquario-marino-isola-delle-femmine.html





LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA VASSALLO ANTONIETTA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/licenza-edilizia-in-sanatoria-vassallo.html


 




LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA RIZZO PROVVIDENZA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/01/licenza-edilizia-in-sanatoria-rizzo.html





LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA MAZZOLA ANTONINA
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/09/comunicato-stampa.html

LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA DI LORENZO PIETRO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/07/commissione-edilizia.html





LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA RIZZO ROSALIA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/03/amaro-per-i-dipendenti-it.html





LICENZA EDILIZIA IN SANATORIA DI LORENZO EMANUELE


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/200/onde-elettromagnetiche_8354.html


 




LICENZA EDILIZIA IN VARIANTE CARDINALE ORAZIO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/03/undifettonelladonna.html


 




LICENZA EDILIZIA SCALICI GIUSEPPE


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/03/oggetto-autorizzazione-integrata-amb.html


 




LICENZA EDILIZIA TINNIRELLO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/la-battaglia-navale-di-portobello.html


 




LICENZA EDILIZIA GIAMBONA


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/09/italcementi-sciopero-oltranza-dell_11.html


 




LICENZA EDILIZIA LO BELLO /RALLO


http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2009/05/interrogazione-wind-shear-2003.html

 



Ordinanze Ufficio Tecnico Comunale:

 

ORDINANZA N. 57.pdf

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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 10:57
AMANTEA GRANDE MANIFESTAZIONE PER LA VITA










CALABRIA RADIOATTIVA?



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26 ottobre 2009 1 26 /10 /ottobre /2009 10:32
ASSUNZIONI E VOTO DI SCAMBIO?


ASSUNZIONI E VOTO DI SCAMBIO?


 




Alcuni giorni orsono abbiamo assistito ad uno spettacolo indecente ed avvilente per la democrazia, i diritti e i doveri.


Protagonisti amministratori e “potenziali dipendenti”.


Era prevedibile che le cambiali firmate o meno, a sostegno della campagna elettorale per le elezioni amministrative, sarebbero arrivate a scadenza ed i creditori ne avrebbero preteso l’incasso.


Non di denaro consisteva il credito “promesso” ( Il denaro da voci udite sembra sia stato offerto prima e precisamente 10.000 euro) bensì di LAVORO!


Fuori dai nostri intenti di offendere le coscienze libere e sane dei Cittadini isolani, risparmiamo di riferire: insulti grida minacce che vicendevolmente si scambiavano “Creditori e Debitori”, sotto la sede del Municipio. Il Sindaco è stato costretto a chiamare i carabinieri per farsi proteggere, sembra che abbia provveduto a denunciare qualche “aspirante dipendente”.


Uno spettacolo veramente indecente, basare la propria carriera politica-amministrativa sui BISOGNI delle PERSONE.


Assunzioni clientelari e voto di scambio?

Ecco come si possono giustificare i successi elettorali di alcuni gruppi ben individuati di “politici” locali. Gruppi e personaggi che continuano a scambiare le proprie cariche come uffici di “collocamento”.


Nelle ultime elezioni abbiamo assistito ad un mortificante via-vai della speranza di giovani e padri di famiglia che per una promessa di posto di lavoro si sono resi disponibili a riempire la nostra piazza e a sostenere la campagna elettorale amministrativa come segno di riconoscenza.


Come può un paese aprirsi al cambiamento con questi metodi coercitivi e ricattatori?


Può un cittadino “onesto” pensare che improvvisati “politici” possano avere una qualche etica nella gestione del pubblico denaro?


Quanto è accaduto nelle scorse elezioni non è altro che la prosecuzione dei vecchi metodi di sempre che riproducono la solita spartizione dei posti di lavoro.


I soliti “avvoltoi” non si lasciano sfuggire nessuna occasione per aprirsi al più avvilente clientelismo.


Da parte nostra diciamo basta alla mortificazione delle coscienze: non è più possibile anteporre:


Il denaro a tutto!


La nostra Comunità sta andando a rotoli perché non esistono più regole, se non quelle stabilite dai soliti “ignoti”.

Vedasi la vicenda degli abusi edilizi denunciati in queste settimane. Sembra siano coinvolti direttamente e/o indirettamente anche dei nostri amministratori.

Si proprio quei Signori che dovrebbero essere per i Cittadini di Isola delle Femmine modello di onestà lealtà trasparenza legalità rispetto e responsabilità per la funzione che ricoprono.

Un domani saremo tutti corresponsabili perché è questo modello di agire politico amministrativo che stiamo trasmettendo alle nuove generazioni.


Non comprendiamo il perché quando arriva nel nostro paese un’impresa o comunque una qualche attività imprenditoriale, si debba consumare questa pratica deteriore, che vede predominare la logica della spartizione tra “eletti”.


Si può chiedere al Sindaco una vigilanza politica attorno a queste situazioni, alla magistratura poi il compito di individuare ipotesi di reato.


 


E non solo quello relativo al voto di scambio.

 

 

Comitato Cittadino Isola Pulita

 



Beghe di Paese?

Questa mattina mi sono recato presso la stazione dei Carabinieri di Isola delle Femmine e in un colloquio avuto con Il Comandante della Stazione mi è stato riferito: che non è stata presentata nessun tipo di denuncia, esposto querela o “delazione”, sulla mia persona o di un componente della mia famiglia.
L’incontro di cui ringrazio il Comandante, è stato da me caldeggiato a seguito di notizie FATTE di proposito circolare in paese, per una mia presunta violazione delle norme edilizie.


Ancora una volta i Cittadini di Isola delle Femmine si possono rendere conto che gli autori di tali “accanimenti e/o persecuzioni” contro chiunque ostacoli le “cose loro”, inficia (eufemismo), fa venir meno il significato della Responsabilità,della Legalità e del Rispetto delle Regole (la mia bussola) che dovrebbe indurre gli organi preposti ad individuare comportamenti univoci e programmati per rendere più equa e soprattutto efficace la battaglia verso questo modo di fare assai diffuso e illegale.


Pino Ciampolillo

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25 ottobre 2009 7 25 /10 /ottobre /2009 16:09

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