26 ottobre 2015
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Faraone attacca Crocetta: “Usa l’antimafia come manganello”
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La Sicilia che affonda: il fallimento del governo Crocetta in dieci punti
Aldo Penna
Faraone attacca Crocetta: “Usa l’antimafia come manganello”. Faraone Lo ha detto ieri alla Festa dell’Unità, intervistato da Emanuele Lauria, di Repubblica. “Legalità e antimafia sono state utilizzate come manganelli, in questi anni, dalla politica e da alcune organizzazioni. Sono valori, invece, che dovrebbero appartenere a tutti”. Alla Festa dell’Unità di Palermo Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione e unico siciliano del Pd nel governo nazionale, critica duramente “l’antimafia di governo” e torna ad attaccare Crocetta e, velatamente, la Confindustria di Montante: “Il centrosinistra la parola antimafia l’ha bruciata sul serio, in Sicilia e nel paese. Ha reso quella parola un’arma spuntata. Anzi, chi la usa oggi è quasi visto con sospetto. Eppure noi siamo stati protagonisti della legislazione contro la mafia, con La Torre abbiamo fatto della lotta per la legalità una ricchezza e siamo stati capaci di logorare da soli questi strumenti. E per questo – conclude Faraone – chi guida oggi la Regione Siciliana ha responsabilità”.
Aldo Penna
La burocrazia regionale non è cambiata in meglio, semmai è peggiorata. Il PIL è sceso di 8 punti. Le energie alternative - l’eolico in testa - rimangono un’occasione perduta. La gestione dei beni culturali è disastrosa. L’agricoltura è allo sbando. La sanità siciliana è peggiorata sensibilmente. La viabilità è un disastro. L’informatizzazione della pubblica amministrazione un sogno
A due anni dalla scadenza della legislatura siciliana cosa si prepara per il dopo Crocetta? Svanita o almeno allontanata l’ipotesi di scioglimento anticipato (sarebbe stato il terzo), il Parlamento siciliano registra una bassissima produzione di buone leggi, nessuna visione per far compiere alla Sicilia i giusti passi che la allontanino dall’orlo del baratro, e una perseveranza sospetta a trasformare la mitologia del riscatto in passi di pura continuità.
La 'Rivoluzione' di Crocetta annunciata nel 2012
Durante la campagna elettorale del 2012, combattuta con gli schieramenti divisi e ben cinque candidati alla Presidenza, il grido di battaglia era: rivoluzione. Tutti i concorrenti la promettevano e la debolezza delle liste a loro sostegno lasciava immaginare che chiunque avesse vinto avrebbe avuto possibilità enormi per ribaltare la pachidermica ‘macchina’ burocratica regionale e spingere sull’acceleratore dello sviluppo.
Vinse Crocetta e il suo programma prometteva speranza per la Sicilia. Le parole dopo tre anni sono lettera morta un vero decalogo del fallimento.
1) Non potranno più esistere gli stipendi da 500 mila euro l’anno che si sono visti diverse volte; lo stipendio dei dirigenti dovrà essere comparato a quello degli altri parlamenti regionali e agli standard europei.
Buoni propositi soffiati al vento. I burocrati regionali sono i più numerosi tra le Regioni italiane e della parametrazione delle retribuzioni alla media europea non esiste traccia. Crocetta non è stato un uomo di parola, eppure tutto si combinava perché mettesse in atto i propositi elettorali: la crisi economica, le parole d’ordine grilline, il bisogno di equità che a gran voce la gente continua a reclamare.
2) Non possiamo bloccare lo sviluppo a causa di lentezze burocratiche o talvolta di negligenze di qualche funzionario. Occorrerà creare sistemi di incentivi e penalizzazioni. Si ha diritto all’incentivo se si superano gli obiettivi così come occorre in qualche modo penalizzare coloro che non raggiungono gli obiettivi minimi. Insomma un sistema con logiche produttive
Forse inconsapevolmente, Crocetta aveva toccato uno dei tasti chiave del mancato decollo della programmazione regionale e della palude e sabbie mobili che caratterizzano la struttura dirigenziale. Ma non ha mosso un dito, non ha toccato nessun vero meccanismo responsabile della risibile produttività. Fino a quando il salario differenziale non sarà legato alle performance, ma considerato come la contingenza in busta paga l’energia creativa e la diligenza che si potrebbero reclamare ed estrarre dalla dirigenza regionale resteranno vana invocazione.
3) Confindustria sostiene che se si sbloccassero le richieste di autorizzazione che giacciono nei cassetti della Regione si incrementerebbe il PIL dell’8 per cento, immettendo in circolo denaro privato. Perciò va istituita una conferenza dei servizi permanente che esamini tutte le pratiche. Va costruita una cabina di regia sugli investimenti alle dipendenze della Presidenza della Regione per evitare il balletto di rinvii tra associazioni ed enti locali.
Il PIL della Sicilia ha avuto un movimento dell’8%, ma al ribasso e con un abbondante segno negativo. Crocetta ha inanellato tre anni consecutivi con il PIL in caduta libera e una distanza tra la Sicilia e la media italiana che si allarga sempre più. Un governatore di uno Stato americano ha rinunciato allo stipendio fino a quando il territorio da lui governato non avesse registrato una nuova crescita di ricchezza. Chissà se Crocetta è disposto a emularlo
Di buoni propositi è lastricata la via dell’inferno e i mattoni incastonati dal Presidente sono tanti e ingiustificati. Nessuno sblocco della spesa semmai altri ritardi sempre in carico a una burocrazia irresponsabile, non collaborativa, che se ne infischia della politica.
4) Il sole è la nostra ricchezza, ma la Sicilia merita uno zero in condotta per non aver saputo sfruttare questa risorsa come hanno fatto la Germania e la provincia di Bergamo, prime in Europa e in Italia.
Crocetta distribuiva i voti in campagna elettorale. Oggi potrebbe disegnare un tondo zero sul quaderno di governo. Il fotovoltaico non riesce a decollare neanche dove potrebbe senza problemi: gli uffici pubblici e le pubbliche istituzioni. Le risorse comunitarie ritornano indietro e quei programmi tanto invocati restano esercizio di un brutto stile di governo.
5) La Sicilia possiede un patrimonio naturalistico, architettonico monumentale archeologico che dovrà essere valorizzato e divenire una grande risorsa economica per l’Isola, attraendo milioni di turisti: terme, artigianato, valorizzazione dell’arte classica, moderna e contemporanea. Esperimenti come quello della fiumara d’arte di Antonio Presti o di Gibellina di Ludovico Corrao, devono essere potenziate ed estese, pubblicizzandole in tutto il mondo e facendole diventare occasione di sviluppo per tutto il territorio siciliano.
Come banditore Crocetta è stato abile e perfino credibile. La sua elezione in contemporanea con l’ascesa dei grillini, una dimostrazione di vocazione al riscatto da parte dei siciliani. Oggi è un protagonista che ha dimenticato la sua parte e recita a soggetto. Nessun colpo d’ala che sparigli consolidate inerzie, ne moduli nuovi che attraggano investimenti e visitatori
6)L’agricoltura dovrà legarsi fortemente alla ricerca di nuove produzioni biologiche per fronteggiare la concorrenza a ribasso che viene dai Paesi emergenti. E’ indispensabile rivolgersi a un’agricoltura di qualità in grado di penetrare nelle fasce più ricche del mercato mondiale. Saranno necessarie nuove modalità di produzione, come ad esempio l’utilizzo di serre fotovoltaiche e la produzione di anidride carbonica in serra in modo da far crescere i prodotti senza additivi.
Crocetta sui palchi dell’Isola tre anni fa pronunciando queste parole forse strappava qualche applauso. Oggi quelle proposte fanno solo sorridere. Se qualcuno misurasse su un’ideale bilancio il peso o il contributo allo sviluppo del settore agricolo dell’intervento regionale scoprirebbe una sola finanza di trasferimento distribuita a pioggia che non premia l’innovazione, la competizione, la crescita di occupazione.
7) Non è possibile che in Francia e in altri Paesi i beni culturali siano risorse che portano ricchezza e in Sicilia siano dei costi. I Musei nei periodi di massimo afflusso turistico devono aprire anche la notte, devono essere musei viventi che ospitino caffetterie, librerie, mostre. Questi musei devono essere in rete tra loro, scambiandosi esperienze e iniziative che li rendano più attrattivi.
Qualcuno nel passato stimava che la Sicilia detenesse oltre il trenta per cento dei beni culturali mondiali. Stima forse esagerata, ma sicuro segno di un immenso patrimonio che trova angusto spazio nei nostri musei. E gli stessi sono ampiamente fuori dai circuiti nazionali e internazionali e lontani per mentalità, organizzazione e visitatori dai migliori musei nazionali ed europei.
8) La sanità deve avere al centro l’uomo e la sua dignità. Dignità per i cittadini “pazienti”, ma anche dignità per gli operatori. Trovo incomprensibile che all’interno della scuola gli incarichi vengano decisi sulla base dei curricula e dei punteggi e invece nella sanità esistano ancora le nomine assessoriali, ipotizzando che i politici abbiano persino competenze per nominare primari.I dipendenti non possono essere ostaggi della politica, devono avere percorsi professionali certi e anche questi valutati da tecnici e non dalla politica.
Mai parole furono più vane. Invece di innovare e restituire autonomia ed efficienza la sanità siciliana ha operato il gioco delle tre carte: annunci di profondo cambiamento, ostinata continuità, cattiva media qualità dell’offerta per il cittadino che infatti continua a migrare in direzione Nord.
9) Occorre completare la Siracusa-Trapani attesa da 30 anni e avviare la costruzione dell’arteria di collegamento nord-sud Santo Stefano di Camastra e Gela che toglierà dalla marginalità il centro della Sicilia. Nel contempo occorre pensare a nuove arterie per collegare Catania a Gela e ad Agrigento e nuovi collegamenti con Comiso. Va rimodernato il sistema ferroviario con collegamenti veloci.
Un libro dei sogni in alcuni casi persino dannoso come ipotesi che si è infranto sul viadotto Himera, il segno del fallimento, il simbolo delle gambe corte della distanza siderale tra le parole e i fatti. La rete ferroviaria si sta modernizzando non per impulso del governo ma solo per domanda di mercato. La rete autostradale è in cattivo stato di manutenzione con continui crolli conseguenza dell’assenza di controlli adeguati
10) Voglio che per la presentazione di un’istanza basti un’e-mail mettendo fine a file e attese estenuanti. Informatizzazione vuol dire modernità, e ogni ufficio regionale dovrà adeguarsi a questo. Voglio una Sicilia contemporanea dove la pubblica amministrazione sia completamente informatizzata, dove ci siano incentivi per le imprese che assumono nuovi dipendenti, denunciano il pizzo e la corruzione. Mi impegnerò per abolire i privilegi delle cricche e delle caste.
A tre anni di distanza, dopo mille giorni di governo Crocetta può chiudere il bilancio di medio termine del suo mandato con uno spaventoso deficit tra il promesso e il fatto. Ma, cosa più grave, non c’è un solo passo in direzione di un reale cambiamento. Ad alcuni vecchi nomi se ne sono sostituti altri. Gli aiuti alle imprese sono rimasti risibili, i sostegni al precariato improduttivo giganteschi, i privilegi quasi intatti.
Da quel libro dei sogni che Crocetta diffondeva mancavano idee sul problema dei rifiuti e infatti oltre al prosperare delle discariche non si è avuta traccia di un aumento della differenziata, della trasformazione in occasione di lavoro di una buona pratica di governo del territorio. Alla visione clientelare di Totò Cuffaro che, pur di soddisfare amici e supporter di qualunque campo, spremeva le risorse, indifferente alla loro incidenza sullo sviluppo, o alla visione da conquistadores di Raffaele Lombardo teso a trasferire i domini cuffariani sotto il suo controllo cambiando le bandiere dei feudi con lo spregiudicato utilizzo di mercenari, è arrivata la visione narcisistica di Crocetta. L’attuale Presidente, come il Narciso mitologico, è così intento a rivedersi nello specchio del suo particolare che non si avvede delle frane economiche che stanno devastando il territorio che dovrebbe governare.
I predoni interni ed esterni saccheggiano le risorse, Saro tace o acconsente. I giovani non hanno lavoro, il Presidente pur avendo le risorse disponibili non riesce a far decollare un progetto che avrebbe attenuato le raccapriccianti cifre che ben conosce.
Solo quando lo assalgono, Crocetta da il meglio di sé. Ritrova la grinta, la combattività, occupa le tv, dilaga sulla stampa. Passata la tempesta si rifugia nel suo ufficio dorato e lascia che i suoi burocrati imperversino nella continuità più ostinata con il peggior passato.
Negli Stati Uniti quando un governatore non funziona esiste l’istituto del “recall”, il richiamo. Bastano le firme di un decimo degli elettori che lo hanno votato per andare a un referendum confermativo o sostitutivo. Se invece di progettare fumose riforme istituzionali in Sicilia si introducesse questa semplice soluzione che restituisce potere agli elettori forse avremmo dei Presidenti preoccupati di ben governare e non soltanto di durare.
XVI Legislatura ARS
MOZIONE
N. 286 - Rimozione del Segretario generale della
Presidenza della Regione siciliana.
L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
PREMESSO che:
il nucleo di Polizia tributaria
della Guardia di finanza di
Palermo indaga ormai
da tempo sui finanziamenti agli enti di
formazione nell'ambito dei PROF
(Piano regionale per l'offerta formativa);
secondo gli inquirenti, sulla
base di
quanto è emerso dall'indagine
sulla nota vicenda
delle integrazioni
finanziarie concesse agli
enti di formazione, sono stati assegnati
dei fondi extra
budget 'immotivati' agli
enti di formazione siciliani in aggiunta a quelli
previsti dal PROF 2007 per un ammontare
complessivo superiore a 4
milioni di euro;
i fondi extra budget
sarebbero stati utilizzati per assumere nuovo personale e per
finalità diverse rispetto a quelle previste
dalla legge, ossia
per coprire la differenza delle
retribuzioni laddove fossero scattati
aumenti contrattuali;
la Corte dei conti ha condannato
in primo
grado il capo
del dipartimento della
Formazione professionale a
quel tempo in carica, dott.ssa Patrizia Monterosso, oggi Segretario
generale della Presidenza della Regione
siciliana, oltre a diversi politici di spicco, Assessori e dirigenti;
la dott.ssa Patrizia
Monterosso, condannata per aver concesso agli enti di
formazione professionale fondi extra
budget considerati illegittimi
dai magistrati contabili,
dovrà risarcire all'erario 1 milione e 279 mila euro;
la condanna fa riferimento ai
soli finanziamenti erogati nel 2007 e
non a quelli erogati
nel 2008 (pari a 14,5 milioni di euro), nel 2009 e nel
2010 (che ammontano a
4,9 milioni di euro
per ciascun anno), per un importo
complessivo pari a poco meno
di 25 milioni di euro;
la Procura regionale della Corte
dei conti ha avviato delle indagini sulle nomine
dei dirigenti esterni alla
Regione, e che nel corso dell'inchiesta sarebbe stata coinvolta
anche l'allora dirigente generale del dipartimento della Pubblica
istruzione, dott.ssa Patrizia
Monterosso;
la Corte dei
conti contestava il
ricorso ai dirigenti
generali esterni da
parte dell'Amministrazione regionale, senza che prima
si fosse verificato se tali
posti potessero essere occupati
dal personale interno
alla stessa Amministrazione;
RILEVATO che:
il primo atto della vicenda
delle integrazioni finanziarie concesse agli enti di
formazione risale al settembre del
2013 quando, sulla
base delle indagini del
nucleo di Polizia
tributaria di Palermo, vennero condannati dalla Corte dei
conti, con sentenza definitiva,
l'ex Assessore regionale Mario Centorrino e l'ex dirigente
generale Gesulado Campo
per danno all'erario,
avendo disposto di
talune somme non programmate;
l'inchiesta riaperta di recente
nel settore della formazione professionale
ha portato per
nove persone, fra burocrati
e politici, una
nuova condanna della Corte dei conti,
che ha nuovamente censurato il metodo delle
integrazioni, ossia quei finanziamenti extra budget concessi
agli enti alla fine delle
attività formative, senza
motivazione adeguata;
nell'atto di citazione,
depositato dalla Procura della Corte si
legge che la Guardia di finanza
ha depositato un'informativa che ricomprende, oltre ai
finanziamenti illegittimi del 2007, i danni erariali scaturiti dalle
integrazioni successive al
PROF 2007;
a seguito delle acquisizioni
istruttorie e delle memorie depositate
da funzionari e politici
coinvolti nelle indagini della Procura
della Corte dei conti, sotto la
lente dei magistrati contabili sono finite oltre 70 procedure di
integrazione, per un importo complessivo di 5 milioni
di euro erogati a 38 enti di formazione;
l'indagine condotta dal
sostituto Procuratore, dott.
Gianluca Albo, ha avuto nel mirino il
piano formativo del 2007,
irrobustito da integrazioni finanziarie fatte nel 2008 e nel
2009;
l'istruttoria ha portato
all'individuazione di coloro che
si sono resi responsabili di illegittime
elargizioni di fondi,
fra i quali
l'attuale Segretario
generale di Palazzo d'Orleans, dott.ssa
Patrizia Monterosso, spicca per la pesante condanna a
suo carico per
danno erariale alla
Regione siciliana;
CONSIDERATO che:
Salvatore Taormina,
attuale dirigente del dipartimento Finanze e per anni
dirigente generale e Segretario generale dell'Amministrazione regionale, ed
Alessandra Russo, per
alcuni anni dirigente generale dell'Assessorato regionale
Lavoro, hanno presentato ricorso
davanti al Tribunale amministrativo regionale contro la
nomina, avvenuta a luglio 2012, di
Patrizia Monterosso a Segretario
generale della Presidenza della Regione;
il Governo
della Regione ha
confermato la dott.ssa Patrizia
Monterosso quale Segretario generale della
Presidenza della Regione,
prima volta, nella
storia della Regione, che la più alta carica amministrativa regionale viene affidata
ad un esterno;
la sentenza di condanna
in primo grado
della Corte dei conti ha
stabilito che gli extra
budget costituiscono un danno per
l'erario poiché si tratta di cifre non
programmate ma sborsate dalla Regione
per pagare il personale;
la motivazione
della sentenza è
fondata sull'assunto secondo il
quale non è possibile
incrementare la cifra
dei finanziamenti già
stanziati, restando vietato sforare il budget;
con la prosecuzione delle
indagini e le possibili ulteriori
condanne, in vista dello svolgimento del successivo grado di giudizio, non
si esclude che
l'ammontare del risarcimento
possa notevolmente aumentare;
il giudizio espresso nell'atto
di citazione dal Pubblico Ministero, Gianluca Albo, è
stato severo in quanto punta il dito contro
il 'disinvolto avallo delle
richieste di integrazione finanziaria sprovviste di un titolo
giuridico a loro sostegno e di qualsiasi
utilità' [...] in quanto 'espressione di
intollerabile leggerezza e negligenza funzionale in
tutte le fasi del procedimento di integrazione';
secondo il Procuratore della
Corte dei conti si è in presenza di
una violazione dei
canoni comportamentali
previsti tanto dal
buon senso comune, secondo i quali un
ente privato non
può gestire arbitrariamente
risorse pubbliche, quanto dal buon senso gestionale, che deve
rispondere ai principi di
trasparenze ed economicità;
in data 13 marzo 2014, l'avv.
Anna Rosa Corsello, dirigente del
dipartimento regionale del
lavoro, dell'impiego,
dell'orientamento, dei servizi e delle
attività formative, dichiarava
dinanzi alla V Commissione legislativa
permanente dell'Assemblea
regionale siciliana 'Cultura, formazione
e lavoro' di aver riscontrato la totale mancanza di controlli
nei rendiconti degli enti,
circostanza da lei in passato più volte
segnalata attraverso relazioni inviate al Governo regionale;
RITENUTO che:
il comportamento adottato dalla
dott.ssa Patrizia Monterosso, nella qualità di capo del
dipartimento della
formazione professionale, rappresenta
una palese violazione
dei solenni principi sanciti dalla Costituzione italiana, che, all'art.
54, impone ai cittadini cui sono affidate funzioni
pubbliche il dovere di adempierle
con disciplina e onore;
il comportamento della dott.ssa
Monterosso appare contrario ai principi
del buon andamento
e di imparzialità cui devono essere ispirati i
pubblici uffici che sono al servizio esclusivo della Nazione, secondo quanto prescritto
dal combinato disposto
degli articoli 97 e 98 della Costituzione;
a livello nazionale, il D.P.R.
10 gennaio 1957, n. 3 (Testo unico delle disposizioni
concernenti lo statuto degli impiegati
civili dello Stato) prevede, all'art.
84, la
destituzione dall'incarico quale pena inflitta a coloro che si rendano
responsabili di atti che rivelino
mancanza del senso dell'onore e morale nell'espletamento del pubblico
incarico, a coloro che
per dolosa violazione
dei doveri d'ufficio arrechino
grave pregiudizio allo Stato o a enti pubblici o a privati, a coloro che si
rendano responsabili di un illecito
uso o distrazione
di somme amministrate,
IMPEGNA IL GOVERNO DELLA
REGIONE
a rivedere la propria posizione e
a rimuovere la dott.ssa Patrizia
Monterosso dall'incarico dirigenziale di Segretario generale della Presidenza della Regione
siciliana, in quanto
coinvolta nell'indagine della scelta dell'attuale Governo dei dirigenti esterni e condannata,
seppur ancora in
primo grado, dalla
Corte dei conti
per danno erariale a
seguito delle integrazioni
finanziarie illegittime erogate agli
enti della formazione
professionale.
(26 marzo 2014)
CIACCIO - CANCELLERI
- ZAFARANA - PALMERI -
CAPPELLO - TANCREDI
- CIANCIO -
FERRERI - MANGIACAVALLO - SIRAGUSA - TRIZZINO
- FOTI - LA ROCCA - ZITO - GRECO G.
Il taglio di TASI e IMU? Demagogia di Renzi con effetti devastanti in Sicilia
Comitato Cittadino Isola Pulita
-
in
CICERO
CONFINDUSTRIA
CONTRAFFATO
CORSELLO
CROCETTA
CUFFARO
FARAONE
LO BELLO
LO MONACO
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