AMBIENTE: ASSESSORE SICILIA, OK REGIONE AD USO PETCOKE E' TEMPORANEO
Palermo, 29 lug. - (Adnkronos) - "L'onorevole Siragusa prima di diffondere notizie allarmanti avrebbe potuto richiedere copia del provvedimento autorizzativo e si sarebbe resa conto che l'assessorato all'Ambiente ha rilasciato un'autorizzazione temporanea con limiti all'emissione in atmosfera estremamente inferiori a quelli stabiliti dalla legge, ed in presenza di tutti i pareri favorevoli". L'assessore regionale all'Ambiente della Sicilia, Giuseppe Sorbello, rimanda al mittente le accuse lanciate dalla deputata del Pd, Alessandra Siragusa, che ha annunciato la presentazione di un'interrogazione alla Camera.
Al centro del provvedimento l'autorizzazione concessa dall'assessorato al Territorio e Ambiente della Regione siciliana all'impiego del petcoke come combustibile nella cementeria Italcementi di Isola delle Femmine (Palermo). Una decisione che l'esponente del partito di Veltroni giudica "pericolosa". L'assessore Sorbello precisa che si tratta di "un'autorizzazione temporanea integrata dai pareri della Provincia regionale di Palermo, dell'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, della Commissione provinciale per la tutela dell'Ambiente, dell'azienda Ausl, dell'Arpa provinciale di Palermo e del servizio 3 dell'assessorato al Territorio, con limiti di emissione in atmosfera al di sotto dei parametri stabiliti per legge''.
''Il provvedimento autorizzativo - aggiunge - impone la riconversione tecnologica dell'intero impianto secondo le migliori tecnologie presenti sul mercato. E impone - precisa Sorbello- entro 60 giorni dal rilascio dell'autorizzazione, lo sgombero dell'attuale sito di stoccaggio del petcoke dalla cava di Raffo Rosso e la bonifica e il ripristino ambientale della stessa area".
fonte della notizia:
Assessore Territorio Ambiente
Regione Sicilia
DIRIGENTE GENERALE
Dott. Gaetano Gullo
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25 ottobre 2013
Regione Sicilia
1° Servizio VIA-VAS
dr. Giorgio D’Angelo
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25 ottobre 2013
Assessore Territorio Ambiente
Regione Sicilia
Dott.sa Mariella Lo Bello
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25 ottobre 2013
FAX 091 7077963
IV Commissione Ambiente e Territorio
Assemblea Regionale Siciliana
Onle Giampiero Trizzino
Piazza Indipendenza 21
90129 PALERMO
FAX 091 7054564
Raccomandata R.R.
Anticipata via fax
Oggetto: Decadenza, per inosservanza prescrizioni, decreto 693 18 luglio 2008
Il Sottoscritto Coordinatore del Comitato Cittadino Isola Pulita con la presente intende ribadire quanto dichiarato nel corso della riunione del Tavolo tecnico tenutosi presso il 1° Servizio VIA-VAS di questo Assessorato, avente ad oggetto “Procedura A.I.A. Impianto IPPC ditta Italcementi S.p.a.”:
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Considerato che la procedura di autorizzazione integrata ambientale, in particolare per I cementifici, ha diverse funzioni, quelle di maggior interesse sono le seguenti:
a) verifica puntuale delle autorizzazioni ambientali esistenti per ricondurle ad una unica autorizzazione tenendo conto del principio della applicazione della prevenzione e riduzione dell’inquinamento, al fine di raggiungere l’obiettivo di un elevato livello di protezione ambientale e della popolazione.
b) Verifica della applicazione delle migliori tecnologie disponibili (sulla base di linee guida redatte per conto della Commissione della Unione Europea ed a livello nazionale) atte a ridurre gli impatti ambientali e, tenendo conto delle caratteristiche tecnologiche e la durata di vita tecnica dell’impianto, la previsione di prescrizioni atte a ricondurre l’impianto, ove necessario, a raggiungere prestazioni idonee entro tempi certi.
c) La fissazione di limiti emissivi per le diverse matrici ambientali di interesse (emissioni, scarichi, rumore, ecc) che tengano conto delle tecnologie disponibili e applicabili al caso in esame ma anche delle caratteristiche ambientali della area limitrofa all’impianto. In tal caso possono essere prescritti limiti inferiori a quelli stabiliti dalle norme nazionali applicabili all’impianto e anche limiti inferiori alle prestazioni ottenibili dall’applicazione delle migliori tecnologie ove le criticità locali siano tali da renderle necessarie.
d) La individuazione di dettaglio di un programma di monitoraggio a cura del gestore e di un programma di controllo da parte degli enti preposti che riguardi oltre al rispetto dei limiti emissivi disposti anche le specifiche modalità gestionali prescritte e il rispetto concreto delle migliori tecnologie disponibili individuate per l’impianto.
Preso atto dell’istanza presentata, dalla Italcementi datati 3.11.2006,, contenente un progetto di modifica dell’impianto esistente ed ammodernamento tecnologico dell’impianto.
Preso atto che in data 31.01.08 nella seduta della Conferenza dei Servizi la Italcementi faceva richiesta di concessione dell’A.I.A. esclusivamente per l’utilizzo del pet-coke come combustibile nel vecchio impianto, escludendo così il progetto di modifica dell’impianto che la Italcementi aveva presentato il 3.11.2006
Preso atto che il 29 agosto 2008 la G.U.R.S. il decreto 693 del 18 luglio 2008 con cui il “Dirigente” del 2° Servizio VIA-VAS Ing Vincenzo Sansone rilasciava l’autorizzazione Integrata Ambientale alla Italcementi S.p.a.
Preso atto che il decreto 693 autorizzativo:
articolo 13 recita: “ Questo Assessorato, nella qualità di Autorità competente per l’AIA, provvederà ad effettuare una visita ispettiva presso l’impianto congiuntamente con gli enti che hanno rilasciato parere in merito ai lavori oggetto, successivamente alla comunicazione di inizio dell’attività di produzione dell’impianto, al fine di verifica la attuazione delle prescrizioni in fase di realizzazione dei lavori. La società Italcementi S.p.a. è onerata, i quella sede, a voler consegnare ad ogni ente intervenuto copia di progetto aggiornato con le previsioni delle suddette prescrizioni….”
articolo 7 recita: “subordinato al rispetto delle condizioni e di tutte le prescrizioni impartite dalle competenti autorità intervenute in sede di conferenze dei servizi ed indicate nei pareri sopra riportati, che fanno parte integrante e sostanziale del presente decreto. In particolare, dalla data di notifica del presente provvedimento dovranno essere osservate le prescrizioni relative all’applicazione delle migliori tecniche disponibili, dettate dai rappresentanti degli Enti preposti a rilasciare parere in conferenza di servizi decisoria qui di seguito riportate:……….”
articolo pag 6 5° capoverso recita “ E’ fatto obbligo all’azienda di procedere, entro 24 mesi dal rilascio della presente autorizzazione, alla conversione tecnologica (revamping) dell’impianto con il completo allineamento alle Migliori Tecniche Disponibili (M.T.D.) previste per il settore cemento, al fine di ottenere un sostanziale miglioramento delle prestazioni ambientali per quanto riguarda l’abbattimento dei principali inquinanti (polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo). Nell’ambito dell’intervento di conversione tecnologica l’azienda è in ogni caso tenuta a realizzare un sistema di abbattimento delle polveri che garantisca, per il forno di cottura (attualmente camino E35), un livello emissivo inferiore a 15 mg/Nm3 (media oraria).……….”
Visto l’atto d’invito e diffida a provvedere con istanza in autotutela, inviato con Raccomandata R.R. 14344889362-1 del 21-03-2011 al 2° Servizio VIA-VAS Assessorato TT.AA. Atto a tutt’oggi rimasto inevaso.
Considerato che alla data della presente sono ampiamente decorsi i termini (24 mesi) di adeguamento alle prescrizioni imposte alla Italcementi S.p.a., con il decreto n.693 del 18 luglio 2008 emesso dall’Assessorato Regionale Territorio Ambiente senza che risulti realizzato alcun intervento volto ad uniformarsi alle previsioni della predetta Autorizzazione Integrata Ambientale.
Considerato che tale condotta comporta una grave responsabilità per Italcementi S.p.a. che continua ad utilizzare un impianto altamente inquinante e nocivo per la salute dei Cittadini, ma è foriero di responsabilità anche per l’Amministrazione regionale per i suoi agenti che rimanendo inerti sono solidamente responsabili con l’Italcementi S.p.a., per i danni alla salute dei cittadini;
Considerato che non risulta che l’amministrazione abbia effettuato alcun controllo in ordine all’adempimento delle prescrizioni imposte nei termini previsti dall’A.I.A., nonostante che in data 18.1.2011 è stata comunicata all’amministrazione regionale una situazione di emergenza ambientale relativa a notevoli e pericolose esalazioni di fumo provenienti dalla cementerai e che di tale emergenza è stata informata l’autorità giudiziaria;
Considerato che ogni ulteriore inerzia da parte dell’amministrazione regionale appare foriera di gravi responsabilità per la stessa e , specialmente dei suoi agenti per i gravi pericoli che corre la comunità locale in particolare i cittadini che risiedono a ridosso del cementificio;
Considerato che la tutela della salute e dell’ambiente costituiscono interessi pubblici sensibili,con valore primario e prevalente che obbliga l’amministrazione ad una maggiore sensibilità in ordine alle attività di controllo nel caso di pericolo;
Tutto quanto sopra premesso e considerato
Questo Comitato Cittadino Isola Pulita sollecita gli Enti in indirizzo, per le competenze che la legge affida loro, a voler provvedere con urgenza a sospendere e/o revocare l’Autorizzazione Integrata Ambientale di cui al decreto n 693 del 18 luglio 2008, per il mancato adeguamento alle prescrizioni imposte nel termine previsto dalla stessa e/o per gli altri motivi che l’autorità che legge la presente vorrà verificare a seguito di adeguato ed idoneo controllo sulla documentazione e sull’impianto oggetto dell’A.I.A.
Comitato Cittadino Isola Pulita
Giuseppe Ciampolillo
Via Sciascia 13
90040 Isola delle Femmine
Per maggiori informazioni si trovano sui siti del Comitato Cittadino Isola Pulita:
il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 attribuisce al Ministero della Salute le funzioni spettanti allo Stato, in materia di tutela della salute umana, di tutela della salute nei luoghi...
• presentato il: 21/12/2013
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Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03034 presentato da MANNINO Claudia testo di Sabato 21 dicembre 2013, seduta n. 143
MANNINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 attribuisce al Ministero della Salute le funzioni spettanti allo Stato, in materia di tutela della salute umana, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di igiene e di sicurezza degli alimenti;
lo stesso decreto legislativo stabilisce che il Ministero della Salute svolge le funzioni di competenza statale concernenti la tutela della salute umana anche sotto il profilo ambientale, nonché il monitoraggio della qualità delle attività sanitarie regionali;
a seguito di sopralluoghi effettuati dalle competenti autorità il 6 dicembre 2005 risultava che la «cementeria di Isola delle Femmine», sita nel comune di Isola delle Femmine, utilizzasse come combustibile, per i propri impianti di produzione, il petcoke senza avere ottenuto alcuna autorizzazione;
a seguito di un atto di diffida della regione siciliana, il gestore dell'impianto ha presentato, in data 3 novembre 2006, un'istanza per ottenere l'Autorizzazione Integrata Ambientale necessaria a realizzare un progetto di conversione tecnologica degli impianti produttivi (revamping);
nel corso del procedimento autorizzatorio, il soggetto gestore ha chiesto il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, esclusivamente per l'impianto esistente includendo il coke di petrolio tra i combustibili utilizzati, impegnandosi a ripresentare una richiesta di autorizzazione per la realizzazione del progetto di conversione tecnologica dell'impianto, dopo aver acquisito il necessario giudizio di compatibilità ambientale per la realizzazione delle opere previste nello stesso progetto;
con decreto del responsabile del servizio n. 693 del 18 luglio 2008, è stata rilasciata alla società italcementi SpA l'autorizzazione integrata ambientale per l'impianto esistente «cementerà di Isola delle Femmine», sito nel comune di Isola delle Femmine, che consente l'impiego del coke di petrolio tra i combustibili autorizzati;
l'articolo 6 del decreto n. 693 del 2008 stabilisce che «il provvedimento definitivo sarà subordinato alle risultanze della visita di collaudo», in seno alla quale gli enti preposti al controllo potranno, se ritenuto necessario, modificare le condizioni e le prescrizioni autorizzative, stabilite dall'articolo 7 dello stesso decreto n. 693 del 2008;
l'articolo 7 del decreto n. 683 del 2008 elenca, dettagliatamente, le condizioni e le prescrizioni che devono essere rispettate relativamente al recupero dei rifiuti come materie prime, ai limiti di emissione, alla conversione tecnologica dell'impianto, all'uso dei combustibili e ai consumi energetici, al trattamento dei rifiuti prodotti e infine alle attività di monitoraggio, stabilendo che l'efficacia dell'Autorizzazione Integrata Ambientale «viene subordinata al rispetto delle condizioni e di tutte le prescrizioni impartite dalle competenti autorità intervenute in sede di conferenza di servizi», e che a far data dalla notifica del provvedimento «dovranno essere osservate le prescrizioni relative all'applicazione delle migliori tecniche disponibili, dettate dai rappresentanti degli Enti preposti a rilasciare parere in conferenza di servizi decisoria» riportate dettagliatamente nello stesso decreto;
tra le prescrizioni relative all'impianto, fissate dal Decreto 683/2009, all'articolo 7, è stato inserito l'obbligo, per il gestore, di procedere – entro 24 mesi dal rilascio dell'autorizzazione – alla conversione tecnologica (il cosiddetto revamping) dell'impianto con il completo allineamento delle migliori tecniche disponibili (M.T.D.) per la produzione del cemento, al fine di ottenere un sostanziale abbattimento dei principali inquinanti: polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo;
a distanza di più di 5 anni dal rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, la conversione tecnologica dell'impianto, prescritta dall'articolo 7 del decreto n. 683 del 2009, non è stata realizzata;
non risulta che l'amministrazione competente al rilascio dell'AIA abbia effettuato alcun controllo in ordine all'effettivo adempimento, da parte del soggetto gestore, alle prescrizioni dettagliatamente elencate nel decreto n. 683 del 2009, nonostante – in data 18 gennaio 2011 – sia stata comunicata all'amministrazione regionale e all'autorità giudiziaria una situazione di emergenza ambientale relativa a notevoli e pericolose esalazioni di fumo provenienti dalla cementeria;
nel comune di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo, continua, dunque, ad operare un impianto per la produzione del cemento, che non utilizza le tecnologie disponibili per conseguire un effettivo abbattimento delle emissioni inquinanti: polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo;
la mancata ottemperanza alle prescrizioni fissate nel provvedimento di rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale – e in particolare a quella concernente l'obbligo di adeguamento tecnologico dell'impianto esistente – non costituisca una grave minaccia per la salute pubblica stante la stessa collocazione dell'impianto rispetto ai centri abitati circostanti –:
quali elementi disponga in merito alla situazione e ai fatti esposti;
se intenda assumere iniziative al fine di tutelare la salute delle comunità che abitano nel territorio interessato dalle emissioni inquinanti connesse al funzionamento della cementeria di Isola delle Femmine. (4-03034)
Sotto inchiesta il sindaco di Monselice e l'ex presidente del Parco Colli. Perché c'è stato un cambio di atteggiamento? I carabinieri evidenziano le anomalie ma la Procura chiede l’archiviazione. Il Comitato “E noi?” si oppone perché vuole che sia celebrato il processo
MONSELICE. La Procura della Repubblica di Padova ha messo sotto inchiesta il sindaco Francesco Lunghi e la ex presidente del Parco Colli Euganei, Chiara Matteazzi, per la vicenda del revamping. Nei giorni scorsi il sostituto procuratore Federica Baccaglini ha tirato le somme di un’indagine durata due anni, con l’utilizzo anche di intercettazioni telefoniche, appostamenti e pedinamenti. Indagine che ha visto impegnati i carabinieri della squadra di Polizia giudiziaria della Procura e quelli del Nucleo operativo ecologico di Venezia. I reati ipotizzati erano abuso d’ufficio, falso ideologico, falso materiale, corruzione per atto d’ufficio, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Il tutto nell’ambito del braccio di ferro politico-amministrativo per giungere al via libera al revamping di Italcementi.
La richiesta di archiviazione e i dubbi. Il sostituto procuratore Baccaglini il 20 dicembre scorso ha però chiesto l’archiviazione, ritenendo che gli elementi emersi, pur mostrando, in particolare per la Matteazzi, «comportamenti non del tutto chiari in rapporto alla qualifica pubblica dalla stessa ricoperta», non siano comunque tali da consentire di esercitare l’azione penale. Contro la richiesta di archiviazione ha presentato atto di opposizione il comitato “E Noi?”, presieduto da Silvia Mazzetto e rappresentato dall’avvocato Maria Pia Rizzo.
L’indagine. Di «gravi violazioni di legge» poste in essere da Comune di Monselice, Parco Colli, Provincia di Padova e Soprintendenza per i Beni Architettonici, per garantire l’approvazione del revamping, parlano i carabinieri del Noe di Venezia. Anche il Tar Veneto, con il provvedimento del 9 maggio 2012, chiedeva del resto di verificare se sussistessero gli estremi dell’abuso d’ufficio. Come sottolinea lo stesso pubblico ministero nella richiesta di archiviazione, i carabinieri del Noe «avevano già evidenziato… alcuni profili di antigiuridicità della condotta degli amministratori pubblici a vario titolo interessati e coinvolti nella vicenda, sottolineando come, ad un certo punto, vi fosse stato, non solo in seno al Comune di Monselice ma anche in capo all’Ente Parco Colli e alla Soprintendenza… un cambio di atteggiamento nei confronti del progetto di revamping».
L’ipotesi di corruzione. Ancora i carabinieri sottolineavano come «tale “ripensamento” si affiancasse a situazioni di favore (compensi, incarichi…) elargiti a amministratori, dipendenti, a vario titolo operanti all’interno degli enti interessati, ciò che portava fondatamente a ritenere la sussistenza del reato di corruzione». Il pm riporta anche alcuni esempi delle risultanze emerse dalle indagini. Un caso è quello di Luca Callegaro, sindaco di Arquà Petrarca: «Da sempre contrario al progetto, aveva poi mutato opinione; risulta che abbia ricevuto il 21/10/2011, con determina 803 del Comune di Monselice, l’incarico per la realizzazione di interventi per la sicurezza stradale dell’importo di euro 430.000, dei quali 12.480 assegnati alla progettazione e quindi al raggruppamento di professionisti che li avrebbero realizzati, rappresentati dallo stesso Callegaro».
Ancora, i consiglieri dichiaratisi contrari al revamping «venivano di volta in volta sostituiti», mentre alcuni,Tiziano Montecchio e Andrea Basso, «ricevuti degli incarichi fiduciari da parte del sindaco, si pronunciavano, rispettivamente a favore e astenuto». Il pm cita anche Gianni Mamprin, vicesindaco: «In contatto con le dirigenze aziendali delle cementerie, si rivolgeva alle stesse per richiedere e sollecitare sponsorizzazioni per le varie attività promosse dall’amministrazione comunale con le associazioni locali (feste Pro loco, manifestazioni della Giostra della Rocca…)». Fondi, sottolinea il pm, che il vicesindaco ha raccolto anche per concerti e manifestazioni: «E buona parte dei fondi proviene da Italcementi».
Lunghi invece si era schierato apertamente dalla parte di Italcementi fin dai volantini elettorali. Mentre la Matteazzi si era discostata dal parere contrario della Commissione tecnica del Parco, dando il suo benestare al revamping. La stessa Matteazzi, ricorda il pm, oltre che dipendente del comune di Loreggia lo era anche del ministero dei Beni culturali, e quindi molto legata a Ugo Soragni, il Soprintendente che a sua volta diede il via libera al revamping (contro un primo parere istruttorio della Soprintendenza). Dalle intercettazioni telefoniche, la donna appare «molto attenta nell’uso del telefono tanto che sovente tace informazioni reputate sensibili rimandandole a incontri di persona». Incontri avvenuti con dirigenti di Italcementi come Edoardo Giudice andrea, il promotore del revamping. Un altro filone di indagine riguarda la nomina a capo ufficio tecnico di Monselice dell’ingegner Mario Raniolo: un concorso, secondo l’accusa, pilotato perché fosse proprio lui a occuparsi del revamping.
L'area del Revamping a Monselice.
A.I.A. ITALCEMENTI 693 2008, ANZA', GULLO, I PETROLIERI VOGLIONO LA DEROGA SULLE EMISSIONI, interlandi, RAFFINERIE, Sansone, Tolomei, zuccarello,MONSELICE,REVAMPING
RAFFINERIE, I PETROLIERI VOGLIONO LA DEROGA SULLE EMISSIONI
“L’uso del petcoke fa paura: a meno di un chilometro dalle case. La Regione deve revocare l’Aia. Le carte subito in Procura”.
Revamping Italcementi, indagini da due anni su Lunghi e Matteazzi «E buona parte dei fondi proviene da Italcementi»
A.I.A. ITALCEMENTI 693 2008, ANZA', GULLO,Interlandi, MONSELICE, RAFFINERIE, REVAMPING, SANSONE, TIRRENO POWER, Tolomei, VADO LIGURE, Zuccarello, SORBELLO,SIRAGUSA,TOLOMEO,SANSONE,MANISCALCO,AMMONIACA,ZOLFO
ITALCEMENTI ISOLA DELLE FEMMINE SPERIAMO CHE I CITTADINI SE LA CAVINO ...............................