La Stampa Pubblicato: 23/10/2015 11:30 CEST
"Quelli non fanno mai un c....", diceva al telefono e spediva gli agenti in farmacia, a prendere una ricetta nell'ambulatorio medico e a portarla alla madre.E se il giudice era dell'estetista, ma le mancava lo smalto non c'era problema: "Viene Carmine (agente,ndr) a prenderlo", diceva al marito
"Siamo indebitati persi. Non è possibile, non si può fare, non esiste stipendio che possa garantire queste cose. La nostra situazione economica è arrivata al limite totale, non è possibile più, completamente! Ci sono sempre nuove cose! Voi non potete farmi spendere 12, 13, 14 mila euro al mese, noi non li abbiamo questi introiti"
"Dopo l'incontro per diversi giorni la Saguto non contatta più inisistentemente Cappellano per parlare della documentazione e i dipendenti di Banca Nuova non contattano più Caramma Lorenzo".
Beni confiscati, i pm accendono i riflettori sul denaro contante a casa della Saguto
di Riccardo Arena
Che affarone i sequestri e le amministrazioni giudiziarie
Aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria. Affidate a professionisti con parcelle milionarie. Un sistema di favoritismi, nepotismi e conflitti d’interessi ora sotto inchiesta. Che coinvolge anche diversi magistrati
Aggiornamento dell'8 ottobre 2015
Precisazioni a "Che affarone quel sequestro": le lettere di Rosy Bindi, Fabio Licata, Gaetano Cappellano Seminara e Pietro Cavallotti.
Caso Saguto, polemiche dopo le intercettazioni sui figli di Borsellino
"Posti di lavoro nei beni sequestrati" Le intercettazioni del caso Saguto
Martedì 20 Ottobre 2015 - 06:00 di Riccardo Lo Verso
I finanzieri scrivono nelle informative: "Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere che Silvana Saguto segnala persone da contrattualizzare (amici, conoscenti, personali o di suoi familiari) ad alcuni amministratori giudiziari". Insomma, saremmo di fronte ad una sorta di ufficio di collocamento con i nominativi delle persone da assumere suggeriti dal magistrato a capo, fino ad un mese e mezzo fa, del collegio che sequestra i beni alla mafia e nomina gli amministratori giudiziari. Suggerimenti che non sappiamo se abbiano fatto in tempo ad accogliere, visto che le conversazioni sono state intercettate in prossimità delle perquisizioni e dei sequestri che hanno fatto esplodere lo scandalo. Il lavoro degli investigatori, però, guarda indietro nel tempo per scovare assunzioni sospette avvenute in precedenza.
L'ufficio del magistrato era tappa obbligata per gli amministratori giudiziari, le cui voci sono rimaste impresse nei nastri magnetici che raccontano il "pressing" del magistrato. Quarantasette minuti dopo le undici dello stesso giorno di fine agosto nella stanza dell'allora presidente entra l'avvocato Aulo Gigante. La richiesta della Saguto è diretta e svelerebbe un intreccio di posizioni di lavoro: “... senti qua per Vincenzo avremmo trovato probabilmente un posto adesso, nell'amministrazione Virga dove lui può essere preso intero, però c'è una persona che io voglio presa in cambio... il figlio di... la conosci... il cancelliere... questo ha esperienza... ha fatto fallimenti”.
Ecco la richiesta di piazzare il figlio del funzionario giudiziario. Gigante prende tempo: "... il problema è che siamo in grosse difficoltà... mi devi dare tempo sino a dicembre, a dicembre io so se siamo vivi o morti”. Saguto: "... ma temporaneo non lo potresti prendere?... se io non trovo di meglio subito lo prendiamo temporaneo al posto di Vincenzo appena Vincenzo lo mettiamo... incomprensibile... è bravo, ha fatto fallimenti come curatore". Gigante torna a parlare delle sorti della catena di negozi di abbigliamento, tirando in ballo i vecchi proprietari alla cui gestione, almeno così sembrerebbe dalle sue parole, farebbe risalire lo stato di crisi aziendale: "... ci salviamo riducendo i costi, malgrado Massimo Niceta... vabbè comunque organizziamoci... lo facciamo".
Il 2 settembre successivo la Saguto contatta la funzionaria giudiziaria: "... dovremmo fare con tuo figlio, lo mettiamo da Niceta... in un posto che si libera... contabilità... quello che la faceva era un ragazzo che conoscevo pure io che non è diplomato ragioniere, quindi deve essere una contabilità all'ingrosso, diciamo... se dovesse andare male Niceta, proviamo altri posti... per tuo fratello ho parlato con Provenzano, il professore... ". Tre giorni prima, il 28 agosto 2015, la Saguto chiede ad un altro amministratore, Alessandro Scimeca: "… allora io ti devo chiedere il favore per il prefetto... quello là (incomprensibile) assumere, devi trovare...". "Silvana è improponibile... - Scimeca prova a resistere alle richieste - io faccio tutto quello che vuoi... ma come ti aiuto?... io al prefetto l'aiuto pure, ma non con quella mansione, ma non con quella qualifica". Saguto: "Io posso vedere anche in altri posti ma lui cosa sa fare, niente".
Nella stessa giornata la cimici captano la conversazione fra la Saguto e il titolare di un noto ristorante-sala ricevimenti in provincia di Palermo dove andrà a lavorare il figlio del magistrato, Elio, di professione chef. Quest'ultimo, a giudicare dalle parole della madre, non è rimasto molto contento della proposta economica. L'imprenditore tranquillizza la madre: "Credo che si può superare tutto". All'indomani le cose si mettono a posto: "Sono contentissima io ed è contentissimo pure Elio". "Hanno trovato l'intesa completa", dice l'imprenditore.
Ed è sempre il futuro di un altro figlio, Emanuele, che sta a cuore al magistrato. Al padre Vittorio dice "che per ora è tranquillo, dal primo ottobre il professore (Carmelo Provenzano, ndr) dice che qualche cosa gliela troverà da fare... intanto vuole fare sto concorso per commissario... poi vuole fare un corso in criminologia... io intanto lo scrivo per l'abilitazione di avvocato". Provenzano, docente universitario ad Enna, secondo l'ipotesi della Procura di Caltanissetta, sarebbe stato inserito dalla Saguto fra gli amministratori giudiziari in cambio dell'aiuto al figlio, sia negli studi che nel mondo del lavoro.
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La Stampa Pubblicato: 23/10/2015 11:30 CEST
"Quelli non fanno mai un c....", diceva al telefono e spediva gli agenti in farmacia, a prendere una ricetta nell'ambulatorio medico e a portarla alla madre.E se il giudice era dell'estetista, ma le mancava lo smalto non c'era problema: "Viene Carmine (agente,ndr) a prenderlo", diceva al marito
"Siamo indebitati persi. Non è possibile, non si può fare, non esiste stipendio che possa garantire queste cose. La nostra situazione economica è arrivata al limite totale, non è possibile più, completamente! Ci sono sempre nuove cose! Voi non potete farmi spendere 12, 13, 14 mila euro al mese, noi non li abbiamo questi introiti"
"Dopo l'incontro per diversi giorni la Saguto non contatta più inisistentemente Cappellano per parlare della documentazione e i dipendenti di Banca Nuova non contattano più Caramma Lorenzo".
Beni confiscati, i pm accendono i riflettori sul denaro contante a casa della Saguto
di Riccardo Arena
Che affarone i sequestri e le amministrazioni giudiziarie
Aziende sottoposte ad amministrazione giudiziaria. Affidate a professionisti con parcelle milionarie. Un sistema di favoritismi, nepotismi e conflitti d’interessi ora sotto inchiesta. Che coinvolge anche diversi magistrati
Aggiornamento dell'8 ottobre 2015
Precisazioni a "Che affarone quel sequestro": le lettere di Rosy Bindi, Fabio Licata, Gaetano Cappellano Seminara e Pietro Cavallotti.
Caso Saguto, polemiche dopo le intercettazioni sui figli di Borsellino
"Posti di lavoro nei beni sequestrati" Le intercettazioni del caso Saguto
Martedì 20 Ottobre 2015 - 06:00 di Riccardo Lo Verso
I finanzieri scrivono nelle informative: "Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere che Silvana Saguto segnala persone da contrattualizzare (amici, conoscenti, personali o di suoi familiari) ad alcuni amministratori giudiziari". Insomma, saremmo di fronte ad una sorta di ufficio di collocamento con i nominativi delle persone da assumere suggeriti dal magistrato a capo, fino ad un mese e mezzo fa, del collegio che sequestra i beni alla mafia e nomina gli amministratori giudiziari. Suggerimenti che non sappiamo se abbiano fatto in tempo ad accogliere, visto che le conversazioni sono state intercettate in prossimità delle perquisizioni e dei sequestri che hanno fatto esplodere lo scandalo. Il lavoro degli investigatori, però, guarda indietro nel tempo per scovare assunzioni sospette avvenute in precedenza.
L'ufficio del magistrato era tappa obbligata per gli amministratori giudiziari, le cui voci sono rimaste impresse nei nastri magnetici che raccontano il "pressing" del magistrato. Quarantasette minuti dopo le undici dello stesso giorno di fine agosto nella stanza dell'allora presidente entra l'avvocato Aulo Gigante. La richiesta della Saguto è diretta e svelerebbe un intreccio di posizioni di lavoro: “... senti qua per Vincenzo avremmo trovato probabilmente un posto adesso, nell'amministrazione Virga dove lui può essere preso intero, però c'è una persona che io voglio presa in cambio... il figlio di... la conosci... il cancelliere... questo ha esperienza... ha fatto fallimenti”.
Ecco la richiesta di piazzare il figlio del funzionario giudiziario. Gigante prende tempo: "... il problema è che siamo in grosse difficoltà... mi devi dare tempo sino a dicembre, a dicembre io so se siamo vivi o morti”. Saguto: "... ma temporaneo non lo potresti prendere?... se io non trovo di meglio subito lo prendiamo temporaneo al posto di Vincenzo appena Vincenzo lo mettiamo... incomprensibile... è bravo, ha fatto fallimenti come curatore". Gigante torna a parlare delle sorti della catena di negozi di abbigliamento, tirando in ballo i vecchi proprietari alla cui gestione, almeno così sembrerebbe dalle sue parole, farebbe risalire lo stato di crisi aziendale: "... ci salviamo riducendo i costi, malgrado Massimo Niceta... vabbè comunque organizziamoci... lo facciamo".
Il 2 settembre successivo la Saguto contatta la funzionaria giudiziaria: "... dovremmo fare con tuo figlio, lo mettiamo da Niceta... in un posto che si libera... contabilità... quello che la faceva era un ragazzo che conoscevo pure io che non è diplomato ragioniere, quindi deve essere una contabilità all'ingrosso, diciamo... se dovesse andare male Niceta, proviamo altri posti... per tuo fratello ho parlato con Provenzano, il professore... ". Tre giorni prima, il 28 agosto 2015, la Saguto chiede ad un altro amministratore, Alessandro Scimeca: "… allora io ti devo chiedere il favore per il prefetto... quello là (incomprensibile) assumere, devi trovare...". "Silvana è improponibile... - Scimeca prova a resistere alle richieste - io faccio tutto quello che vuoi... ma come ti aiuto?... io al prefetto l'aiuto pure, ma non con quella mansione, ma non con quella qualifica". Saguto: "Io posso vedere anche in altri posti ma lui cosa sa fare, niente".
Nella stessa giornata la cimici captano la conversazione fra la Saguto e il titolare di un noto ristorante-sala ricevimenti in provincia di Palermo dove andrà a lavorare il figlio del magistrato, Elio, di professione chef. Quest'ultimo, a giudicare dalle parole della madre, non è rimasto molto contento della proposta economica. L'imprenditore tranquillizza la madre: "Credo che si può superare tutto". All'indomani le cose si mettono a posto: "Sono contentissima io ed è contentissimo pure Elio". "Hanno trovato l'intesa completa", dice l'imprenditore.
Ed è sempre il futuro di un altro figlio, Emanuele, che sta a cuore al magistrato. Al padre Vittorio dice "che per ora è tranquillo, dal primo ottobre il professore (Carmelo Provenzano, ndr) dice che qualche cosa gliela troverà da fare... intanto vuole fare sto concorso per commissario... poi vuole fare un corso in criminologia... io intanto lo scrivo per l'abilitazione di avvocato". Provenzano, docente universitario ad Enna, secondo l'ipotesi della Procura di Caltanissetta, sarebbe stato inserito dalla Saguto fra gli amministratori giudiziari in cambio dell'aiuto al figlio, sia negli studi che nel mondo del lavoro.
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Saluti
Silvana Saguto
Vincenzo Musacchio *
La VOCE Sicilia NY
Riccardo Gueci* 9 Sep 2015
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"Sono molto addolorato per la morte dei due dipendenti ed anche per quel povero disgraziato che li ha ammazzati, ma non renderemmo loro giustizia se rimaniamo nell'ambiguità", afferma il presidente di Ance Palermo, Fabio Sanfratello. "Non basta mettersi la coscienza in pace, come fa qualche sindacalista, dicendo che le imprese pensano solo al loro profitto, perché quello è il compito dell'impresa - continua Sanfratello - Nel caso specifico, tra l'altro, la controparte non era un imprenditore avido, ma un amministratore giudiziario che rispettava scrupolosamente la legge. Uscire dall'ambiguità, dunque, significa affermare con chiarezza che l'edilizia sta morendo, anzi è già morta, perché questo governo regionale ha dirottato tutte le risorse ad essa destinate verso l'assistenzialismo: siano essi forestali o precari o dipendenti di aziende regionali decotte. E non ci sono neanche i soldi per cofinanziare i progetti europei, come ha recentemente affermato l'assessore Pizzo. Il sindacato non può continuare a difendere tutti. Lo poteva fare quando non c'erano limiti all'indebitamento pubblico. Ora bisogna scegliere: o si difendono gli investimenti nell'edilizia, e quindi i lavoratori edili disoccupati, o si difende l'assistenzialismo. Ma se riparte l'edilizia - conclude il presidente di Ance Palermo - si rimette in moto l'economia e ci saranno anche risorse per aiutare i più deboli. Al contrario non c'è speranza per nessuno".
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Fabio Cammalleri
MARCO VENTURI |
Saluti
Silvana Saguto
Riccardo Gueci* 9 Sep 2015
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Nicolò Ferrara, 57 anni, era presidente del consorzio pubblico che a Trapani si occupa di gestione di fondi per la legalità e la manutenzione dei beni confiscati. E' finito in manette per corruzione. Complessivamente sono 11 gli indagati, impiegati e altri “faccendieri” coinvolti
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RELAZIONE
PREFETTIZIA DELLACOMMISSIONE DI ACCESSO AGLI ATTI AL COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE E DECRETOPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE (PDF) -scarica
la relazione -
http://lakupoladellapolitikaaisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/11/relazione-commissione-prefettizia-scioglimento-consiglio-comunale-di-isola-delle-femmine.pdf
http://cupoladellapolitikaaisoladellefemmine.blogspot.it/2012/11/isola-delle-femmine-il-ministro.html
http://isoladellefemmineaddiopizzo5.blogspot.it/2011/01/blog-post_4562.html
Piano Regione Sicilia Tutela Qualità Aria: RIFIUTI NEI CEMENTIFICI LEGGE CLINI
Petix a Isola ...: Legislatura 16ª - 13ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 404 del 16/01/2013 TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (1...
Scioglimento consiglio comunale di Isola delle Femmine per mafia,Bruno,Cutino,Portobello,Aiello,Puglisi,Pomiero,Copacabana,Riso,Lucido,Enea,Lottizzazione La Paloma GLI IMPRESENTABILI DI ISOLA
DELLE FEMMINE DOPO LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE PER INFILTRAZIONI MAFIOSE
*Ordinanza 67/R.O. 4.12.05 di Sospensione dei lavori
*LE ACQUE D'ORO DI ISOLA DELLE FEMMINE
*ROS sequestrano 15 milioni di beni ai
mafiosi tra Palermo Cinisi Carini Isola delle Femmine
*Operazione EOS
*Isola delle Femmine l'isola felice del Sindaco Portobello
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2010/06/blog-post.html
*Non chiamiamoli più rifiuti!
*Basta MUNNEZZA per le strade di Isola delle Femmine
*Munnezza a Isola delle Femmine Costi e Ricavi?
*ATO IDRICO PA 1 Assemblea 7 8 giugno 2010
*Lavoro, protesta dei precari degli enti locali
*La manovra finanziaria " Lacrime e sangue"
*La Sicilia Le maggioranze Trasversali sul Servizio Idrico ARIA FRITTA
*Isola delle Femmine Distributore di benzina al Porto Pescatori o Diportisti?
*Italcementi, non condanniamo la torre alta 120 metri
*I Beni Comuni nello spezzatino del Federalismo
*Donatella Costa Lettera al Presidente regione Sicilia Raffaele Lombardo
*Libertà di Stampa e Regime
*La munnezza di Isola delle Femmine vale tanto oro quanto pesa
*SiciliaMafiopoli: IL CASO GENCHI PELLERITO termovalorizzatori e........
*TRASFERIMENTO DEFINITIVO ALL’ATO PA1 DI ALCUNI DIPENDENTI Delibera impegno riassunnzione da parte dei Comuni
*Mi Illumino di Incenso
*SINDACO: Punito perchè virtuoso
*Lombardo: "Ecco i nemici del cambiamento"
*Corte dei Conti INDAGINE funzionamento ATO PA 1
*ATO Rifiuti Sentenza Corte Conti Tariffe Competenza Comuni
*ATO Idrico Pa1 Struttura tariffa e agevolazioni
*FEDERALISMO Demaniale
*Piccolo apologo sul paese illegale
*Indagato il sindaco Cammarata per la discarica di Bellolampo
*Sicilia i Termovaloroizzatori "puzzano" di mafia
Caro "Sindaco" Prof Gaspare Portobello Mafia o Antimafia?
Fuori i Voti dello ZIO !
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Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, tra qualche ora saranno le 17 e cinquaottominuti, e come sempre mi succede, penso a quale potrebbe essere il mio piccolo contributo per onorare la memoria dell’UOMO Giovanni Falcone, un contributo atto a denunciare i tanti assassinii e le tante ingiustizie che vengono perpetrate contro la parte più debole della Società, un contributo che denunci i tanti diritti negati.
Un contributo capace di trasformarsi in un unico e grande urlo contro chi “avvelena” nella mente nel fisico e nello spirito un’intera comunità al solo scopo di perseguire il proprio interesse personale fatto di soldi e di potere.
Il problema è, caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, da dove partire?
Ma soprattutto con Chi?
Con chi, nella sua funzione di “Sindaco” nel seno di un consenso di un Consiglio Comunale dichiara apertamente:
“Giova ricordare peraltro che il personaggio proprietario del bene confiscato, in occasione delle scorse elezioni amministrative, sosteneva il candidato della lista Rinascita Isolana, Rosario Rappa”…
Come dire il Consiglio Comunale è stato eletto anche grazie ai voti dei mafiosi?
Con chi, come LEI Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, QUERELA i Cittadini che con spirito di sacrificio con abnegazione con tantissimo senso civico si sforzano di informare, raccontare i fatti, collegare i fatti tra loro e dare loro una sequenzialità nel loro accadimento?
Caro Signor “Sindaco” Professore
Gaspare Portobello, riportare atti, riportare deliberazioni, riportare dichiarazioni, ricordare gli impegni presi in campagna elettorale che non siete stati capaci di mantenere, informare i
Cittadini di Isola delle Femmine dell’enorme spreco di risorse economiche del comune, informare delle assidue e persistenti presenze nella Casa Comunale di personaggi su cui l’amministrazione
della giustizia ha sentenziato, informare i Cittadini di Isola delle Femmine dei legami di parentela che legano personaggi della Pubblica Amministrazione con il mondo degli affari della
speculazione della mafia…
Questo, Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello è il mio piccolo contributo alla memoria dell’UOMO Giovanni Falcone ed ai tanti UOMINI senza ZII, non conosciuti, che quotidianamente si battono contro l’ingiustizia la sopraffazione e il RISPETTO DELLA DIGNITA’ UMANA.
Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello il mio impegno,
in questo momento, è rivolto inoltre ad impedire che la Sua QUERELA nei miei confronti non DIVENTI un fatto personale tra me e la Sua persona (su cui, per educazione ricevuta, nutro sempre
RISPETTO), ma venga riportata nel suo giusto alveo di una QUERELA tutta politica. Perché i fatti denunciati nell’articolo “La Kupola della politica a Isola delle Femmine ” è una
DENUNCIA POLITICA, sono FATTI che mettono in discussione VALORI che non sono certamente appannaggio del solo Cittadino Ciampolillo, bensì sono VALORI che appartengono anzi devono appartenere
a tutta una Comunità. Pensa veramente Lei Signor “Sindaco” che il VALORE “libertà di espressione” possa appartenere solo al sottoscritto Pino Ciampolillo?
NO! Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello il VALORE “libertà” appartiene oltre che al
sottoscritto, all’amico Rubino, agli amici de il Notiziario, agli amici del Vespro, appartiene al compagno Ambrogio Conigliaro, all’amico Stefano Bologna come a Caltanisetta ed al gruppo di
Rinascita Isolana, il VALORE LIBERTA’ appartiene a tutti quei Cittadini di Isola delle Femmine che liberamente non l’hanno votato, ma comunque si aspettavano da Lei risposte concrete ai tanti
problemi che attanagliano Isola delle Femmine.
No! Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello non è stata una dimenticanza non aver citato Lei
e tantomeno il Suo GRUPPO, per un semplice motivo: Lei nel QUERELARMI ha di fatto dichiarato che il VALORE “libertà di espressione” non fa parte della Sua Personalità come non fa parte della
personalità dei membri del Suo Gruppo che non hanno espresso la loro contrarietà alla sua decisione di QUERELARMI. Insomma non fa parte del vostro bagaglio Culturale.
Caro Signor “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, mi chiedevo se la Sua coscienza, ha avuto
qualche dubbio, oppure un rimorso, quantomeno un piccolissimo ripensamento nel momento in cui si faceva stilare la QUERELA , contro la mia persona e della redazione de il
“Vespro”.
Caro Signor “Sindaco” sa perfettamente che ex amministratori di Isola delle Femmine con i Cittadini
onesti di Isola delle Femmine sono ancora oggi in attesa di un Suo atto, di una Sua dichiarazione, di una Sua difesa e/o smentita alle accuse riportate da Stampa e televisione, accuse riprese
e ripetute nei comizi elettorali delle amministrative scorse, circa le supposte destinazioni di alcuni appartamenti della Calliope in cambio di facilitazioni e “snellimento” delle pratiche
edilizie?
Non si è fermato neppure un attimo a pensare ciò? male...male..male..male
Caro Signor, “Sindaco” Professore Gaspare Portobello, a questo punto, la devo
lasciare, per ritrovarmi fra qualche minuto sotto l’albero di Falcone in Via Notarbartolo, con i Cittadini onesti e amanti della LIBERTA’ se Lei riesce a liberarsi da lacci e lacciuoli dello
ZIO di turno, l’appuntamento è sotto l’albero di Falcone.
Pino Ciampolillo
“Possiamo sempre fare qualcosa”. per Giovanni
Falcone?
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A Isola delle Femmine il fenomeno mafioso?
Caricato da isolapulita. - Guarda gli ultimi video.
“Possiamo sempre fare qualcosa”. In memoria di Giovanni Falcone
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Sono trascorsi diciotto anni dalla strage che il 23 maggio 1992 uccise, insieme alla moglie e alla scorta, Giovanni Falcone. Voglio ricordarlo con le parole che Marcelle Padovani dedica al magistrato come nota introduttiva all’edizione del 1995 di Cose di Cosa Nostra:
“Non avrebbe voluto diventare un eroe, Giovanni Falcone. Perché era convinto che uno Stato tecnicamente attrezzato e politicamente impegnato potesse sconfiggere il crimine organizzato facendo a meno di tanti sacrifici individuali.
Per Falcone, la responsabilità collettiva di un ufficio specializzato, di un’istituzione locale, di una Procura nazionale, avrebbe dovuto cancellare le singole personalità, le singole reponsabilità e dunque la vulnerabilità dei singoli operatori dell’Antimafia: “Quando esistono gli organismi collettivi,” diceva “quando la lotta non è concentrata o simboleggiata da una sola persona, allora la mafia pensa due volte prima di uccidere.” Non avrebbe dunque, Falcone, voluto diventare un eroe. “Vale la pena”, gli avevo chiesto durante un’intervista televisiva del gennaio 1988, “vale la pena rischiare la propria vita per questo Stato?” E lui rispose, un po’ sconcertato: “Che io sappia, c’è soltanto questo Stato, o più precisamente questa società di cui lo Stato è espressione”. Non eroe per vocazione, ma servitore dello Stato: questo era il giudice Falcone.
Era anche – per essere esatti: per questo motivo era – un uomo appassionato di conoscenza, curioso, preciso, pignolo, pragmatico, ossessivamente rigoroso nel rispetto delle forme, sempre alla ricerca di un indizio, di un’informazione, di una verifica, di una prova. Quando interrogava un mafioso, ciò avveniva soltanto dopo aver sgomberato la mente da ogni pregiudizio, da ogni preconcetto, da ogni giudizio ideologico. Mandò un ufficiale della Guardia di Finanza per verificare se nella tale piazzetta a San Paolo in Brasile ci fosse, all’inizio degli anni Ottanta, quel banco di ferro dinanzi a quella falegnameria di cui Tommaso Buscetta aveva parlato nelle sue confessioni. Non per amore del dettaglio accessorio, ma per accertare l’attendibilità dell’insieme della testimonianza dell’ormai celebre “pentito”. In un paese dove troppo spesso ci si accontenta di approssimazioni, di valutazioni, di finti sondaggi, di cifre non verificate, lui si distingueva – e si distingue ancora – per un rigore quasi matematico nella ricerca della verità. Anche per questo, dunque, Falcone fu un grande servitore dello Stato. Un servitore dello Stato che metteva lucidamente in conto anche il sacrifico della propria vita.”
Un sacrificio che c’è stato, e che tuttavia non ci priva della speranza che la sua battaglia possa un giorno essere vinta. Per questo alla memoria della figura umana e professionale di Giovanni Falcone non può che unirsi una massima che, secondo il giudice, “andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto” (p. 153): possiamo fare sempre qualcosa.
Parole che, se davvero abbiamo a cuore il lavoro di Falcone e di quanti hanno sacrificato la propria vita per sconfiggere la mafia, dovremmo fare nostre anche da semplici cittadini – non solo in occasione delle ricorrenze, ma ogni giorno.
.
22 maggio 2010
…
.
*Caro "Sindaco" Prof Gaspare Portobello Mafia o
Antimafia?
*“Possiamo sempre fare qualcosa”. In memoria di Giovanni
Falcone?
*DISTRIBUTORE BENZINA AL PORTO DI
ISOLA?
*I TURISTI SCAPPANO DA
ISOLA DELLE FEMMINE
SICILIA RIFIUTI: ** Rifiuti in Sicilia, un dossier anonimo
*Candidato alle elezioni amministrative anche un nipote
del boss
*Isola Pulita
*Isola delle Femmine Consiglio Comunale
Bilancio Previsione 2010 6 maggio 2010
*“Sono disposta a vendere una delle mie ville per disporre
dei fondi necessari a impedire il successo delle liste avversarie da quella di Portobello
Isola delle Femmine: **Isola delle Femmine Consiglio Comunale Bilancio Previsione 2010 6 maggio 2010
Sicilia Mafiopoli: ** IL CASO GENCHI PELLERITO termovalorizzatori
e........
*Consiglio Comunale Isola delle Femmine
"infiltrazioni mafiose nella Pubblica Amministrazione"
* E' Morto Edoardo Sanguinetti
Isola delle Femmine:*Isola delle Femmine Consiglio Comunale Bilancio Previsione 2010 6 maggio 2010
SiciliaMafiopoli:*IL CASO GENCHI PELLERITO termovalorizzatori e........
SICILIA RIFIUTI: * Rifiuti in Sicilia, un dossier anonimo
*Arrestato Il Sindaco è accusato di peculato, falso, abuso d'ufficio, truffa aggravata e violazioni al Testo unico in materia edilizia
*Consiglio Comunale Isola delle Femmine 1 febbraio 2010 Rinascita Isolana: Le Vostre collusioni con i POTERI FORTI
*Isola delle Femmine 16 Gennaio 2010 Rinascita isolana Denuncia il Segretario dr. Scafidi
*Consiglio Comunale 18/9/09 Interrogazioni. Croce Antonio Ato Idrico Associazione Protezione Civile Maggioli
*Consiglio Comunale Isola delle Femmine 6 Agosto 2009 Rinascita Isolana: "Assessore" CUTINO dimettiti Revocate l'incarico al geom Impastato
*Bilancio di previsione 2010 proroga al 30 giugno
*La solidarietà dalle Valle dei Templi
*Morte di un Siciliano
*Isola Ecologica di Isola finanziata dalla C.E., Ditta Zuccarello, AL.TA. Borgetto, ATO/PA1? Dr. Croce, Bruno, geologo Cutino,Puglisi, Ing. Francavilla Arch Licata, M.A.M. s.n.c., geom Dionisi.........
*SEQUESTRATE LE SCHEDE ELETTORALI
*CONSULENZE e..............
*I PACCHI DELL'AMBIENTALISTA rosso-verde-arancione
*M.A.M. s.n.c. PALazzotto Pizzerie verde e Isola ecologiche
*M.A.M. s.n.c. Progetto di Variante ed Elezioni Amministrative
*Consiglio Comunale Su ATO rifiuti e Ripubblicizzazione
Acqua Bene Comune
*Angela Corica
*LA CRICCA DEGLI APPALTI
*La munnezza di Isola delle Femmine vale tanto oro quanto
pesa
*DELIBERE DELLA GIUNTA PORTOBELLO 2010
*DELIBERE CONSIGLIO COMUNALE
*Rapporto ecomafia 2008 - Sicilia, ciclo dei rifiuti, la monnezza è “Cosa
Nostra”
*Controllo su atti Enti Locali
Circolari e Legge Regionale 44/1991
*U.R.P. Isola delle Femmine inadempiente pag 7
*Ingegnere Francavilla
Stefano
*APPROVATI CANTIERI DI
LAVORO
*Ingegnere Lascari Gioacchino
*Ingegnere Lascari Gioacchino
Scalici
*C.E n.03-2010 - Enea Orazio
Ing Lascari
*Consulenti Geologi
Eletti
*Dr. Marcello Cutino
geologo
*Cutino dr. Marcello Pet-coke Portobello
DIMISSIONI
*Consiglio Comunale Isola delle Femmine 6 Agosto 2009
Rinascita Isolana: "Assessore" CUTINO dimettiti Revocate l'incarico al geom Impastato
*Minagra dr. Vincenzo
Biologo
*Minagra dr. Vincenzo Consulente
ambientale del Sindaco Portobello
*Le acque d’oro di Ambiente e Sicurezza Dr.
Minagra
*Vincenzo dr. Minagra Pet-coke
Cutino Portobello
*I COSTI DELLA POLITICA INCARICHI
DIRIGENZIALI A LAVORATORI PRECARI
*Vigilanza e controllo degli enti locali
- Ufficio ispettivo
*ISOLA ecologica PIANO
Levante CANTIERI lavoro M.A.M. Pizzerie e........
*APPROVATI CANTIERI DI
LAVORO
*Cantiere Lavoro all’isola ecologica
*Isola
ecologica
*Architetto Licata Geologo
Cutino Incaricati di……
*Architetto
Licata
*Restauro Torre
*Consiglio Comunale 25 giugno 2009 Insediamento
"Sindaco" a Isola delle FemmineDichiarazione Rinascita Isolana
*Accesso agli Atti Dichiarazione
Redditi Amministratori
*Isola delle Femmine CARTA
DEI VALORI "Servire il Paese"
*Interrogazione Parlamentare su
infiltrazione mafiosa a Isola delle Femmine
*Esposto Denuncia Corte dei Conti e Assessorato per danni ERARIALI
*Mi si è ristretto il pene!
Colpa dell'inquinamento
*Raccolte 350
firme dei pescatori contro l’installazione del distributore al porto
*Distributore di benzina al porto. Pescatori o
diportisti?
*Gestione Porto Ordinanza Capitaneria 20/08
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Maxi retata a Palermo 19 arresti
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Palermo: operazione antimafia, 19 arresti
da 2 ore 49 minuti
La polizia ha eseguito 19 arresti nell'ambito di un'inchiesta sui rapporti tra mafia e appalti coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, come si legge in una nota.
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Circa 200 agenti della Squadra mobile palermitana, sotto la direzione del Dipartimento mafia ed economia della Dda coordinato da Roberto Scarpinato, "hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 19 soggetti, ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, riciclaggio, interposizione fittizia di beni ed estorsione", spiega la nota.
Il provvedimento, firmato dal gip Maria Pino, "è il frutto di indagini che si sono avvalse di intercettazioni ambientali e di servizi sul territorio nei confronti dei massimi esponenti di vertice di Cosa Nostra palermitana a partire dagli anni 2005/2006 sino ad oggi e che hanno permesso di svelare i sofisticati sistemi mediante i quali l'organizzazione mafiosa ha mantenuto nel tempo un pervasivo controllo di tutto il ciclo produttivo del mercato edilizio - dalla fase di acquisto dei terreni, alla gestione delle cave di inerti, all'imposizione delle imprese addette a tutti i comparti produttivi dell'edilizia, sino alla fase di smaltimento dei materiali di risulta nelle discariche".
Dall'inchiesta è emerso che tra gli interessi di Cosa Nostra in questo settore c'erano anche i lavori per la realizzazione di un termovalorizzatore a Bellolampo.
I vertici di Cosa Nostra, fra cui i campi mandamento Antonino Rotolo, Antonino Cinà e Salvatore Lo Piccolo, arrivavano a imporre ad alcuni studi professionali di consegnare l'elenco dei lavori più importanti in corso di progettazione, per poter poi decidere su quali concentrarsi.
La penetrazione nel settore degli appalti pubblici e privati avveniva attraverso imprenditori, alcuni dei quali controllavano consorzi operanti in campo nazionale e numerose società di primo piano nel mercato palermitano.
"E' stato, inoltre, disposto il sequestro preventivo di aziende, imprese, immobili e patrimoni di numerosi imprenditori risultati coinvolti nel reinvestimento illecito dei patrimoni mafiosi, per un valore che sfiora le molte centinaia di milioni di euro".
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ultimo aggiornamento: 10 giugno, ore 08:38
Le indagini, che si sono avvalse di intercettazioni ambientali e accertamenti nei confronti degli esponenti di vertice di Cosa Nostra palermitana a partire dal 2005 sino ad oggi, hanno permesso di svelare i sistemi attraverso i quali l'organizzazione mafiosa ha mantenuto nel tempo il controllo di tutto il ciclo produttivo del mercato edilizio: dalla fase di acquisto dei terreni, alla gestione delle cave di inerti, all'imposizione delle imprese addette a tutti i comparti produttivi, sino alla fase di smaltimento dei materiali di risulta nelle discariche, con interessi che si proiettavano anche sui lavori concernenti l'esecuzione dei lavori per la realizzazione di un termovalorizzatore a Bellolampo.
I boss palermitani - tra i quali i capi mandamento Antonino Rotolo, Antonino Cina' e Salvatore Lo Piccolo - secondo le indagini arrivavano a imporre ad alcuni accreditati studi professionali di consegnare l'elenco dei lavori piu' importanti in corso di progettazione, in modo da effettuare una cernita preliminare di quelli da riservare all 'organizzazione.
La penetrazione all'interno nel settore degli appalti pubblici e privati veniva realizzata mediante imprenditori, alcuni dei quali controllavano consorzi operanti in campo nazionale e numerose societa' di primo piano del mercato palermitano, in qualita' di soci dei capimafia, riciclatori o bracci operativi fiduciari. E' stato, inoltre, disposto il sequestro preventivo di aziende, imprese e immobili di numerosi imprenditori risultati coinvolti nel riciclaggio di patrimoni mafiosi, per un valore di molte centinaia di milioni di euro.
notizie:
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Le-mani-dei-boss-sugli-appalti-pubblici-sequestri-e-diciannove-arresti-a-Palermo_519817085.html